1 CUBA, “LA  PIU’ BELLA TERRA CHE OCCHI UMANI VIDERO” (1a puntata)

Composita gita (in bus di linea, pernottamenti nelle Casas Particulares) nella più grande isola caraibica. Cuba da più di mezzo secolo è protagonista della storia e oggi di gran moda per la pace con gli americani e la prossima visita del Papa. Cuba un’isola vocata alla musica ….

per mondointasca.org agosto 2015 … nella foto di copertina: Una Casa Particular a Baracoa

cuba 15 con lei Hasta la Victoria, SiempreA gran parte dei miei esegeti è ben nota la mia aficiòn per la Spagna. Bella forza: a sud dei Pirenei – oltre a cultura, storia e bei monumenti peraltro presenti anche nel Belpaese – vige il detto gozar de la vida godersela. E a me piace tanto questo invito a farsela bene, questo oraziano Carpe Diem, che, invece, mi sembra sempre meno esclamato e praticato dai miei connazionali belpaesani (forse troppo occupati nel seguire le attuali campagne acquisti, quella dei footballeurs trattati dalla loro squadra del cuore, e quella dei deputati, di cui alle cronache politiche e giudiziarie).
Dichiaratomi spanish minded (appassionato a vita e vicende di Spagna) ecco spiegata la mia passionaccia per la Hispanoamerica, laddove si parla spagnolo/castellano per il semplice fatto che i Reyes Catolicos diedero retta (e soldi) al non poi tanto visionario genovese Cristoforo Colombo (che se avesse chiesto le palanche a quegli sciuponi dei suoi concittadini saremmo ancora qui a chiederci cosa c’è oltre le Colonne d’Ercole).

 

Con lei, siempre… Hasta la Victoria!

Cuba ultimo lembo dell’impero spagnolo di Carlo V
E quanto alla Hispanoamerica se a uno spagnolo capitasse di dover ricordare con pasiòn e nostalgia un Paese dall’altra parte del Charco (pozzanghera, familiarmente l’oceano Atlantico) quasi sempre pensa a Cuba. Anzi, per dirla poco elegantemente, agli spagnoli quest’isola caraibica dalla strana forma di caimano sta ancora sul gozzo. E si capisce: per i profondi legami culturali (e il sudore di chi vi emigrò, in primis i gallegos) nonostante sia passato più di un secolo, quasi quasi gli spagnoli non riescono ancora a digerire la perdita di Cuba – ultimo lembo di quell’impero di Carlo V su cui (e vai con la frasetta imparata alle medie nell’ora di storia) non tramontava mai il sole -. La colpa? Della storia, e mi riferisco alla guerra combattuta (1898) e malamente persa contro gli States (o per meglio dire la U.S. Navy). Una vicenda che chiuse un secolo drammaticamente negativo per la Spagna.

Un’isola vocata alla musica

A ‘sto punto, fosse solo perché spagnolo di complemento, anch’io ho sempre avuto un debole per Cuba, anche perché – per il piacere delle mie orecchie di stonato musicomane – in quell’isola vocata alla musica oltre alla Habanera (vedi la Carmen di Bizet) trovarono ispirazione motivi a me cari. Mi riferisco, alla Paloma (che secondo leggenda porterebbe sfiga perché richiesta – ultimo desiderio del condannato – e suonata prima della fucilazione di Massimiliano d’Asburgo nella messicana Queretaro). Me encanta, poi, Siboney del grande Errnesto Lecuona (il “Chopin cubano”).

Trinidad, Casa Particluar

Trinidad, Casa Particluar

E vado matto (anche se quel piacione del Julio Iglesias la sussurra oltremisura alle sue raggrinzite ammiratrici) per Guantanamera, nata come serenata a tempo di bolero (la più esaltante delle danze caraibiche) dedicata alla bella guajira/contadina di Guantanamo. E ci aggiungerei, infine, ancorché non cubana doc (l’autore, Luis Maria Aguilera, è – pure! – argentino) la più recente, forse un filino troppo lacrimevole Cuando salì de Cuba. Questa la mia aficiòn musicale a Cuba.
Viaggio di 1400 chilometri dall’Avana a Baracoa: il primo sbarco di Colombo a Cuba
A ‘sto punto delle mie confessioni sui miei rapporti con quella che Colombo definì (28 ottobre 1492) “la più bella terra che occhi umani videro”, il lettore avrà facilmente afferrato che, nonostante fossi già stato a Cuba, se ben ricordo, almeno 4 volte, non sono proprio riuscito a dire No a Hilda Prieto Menendez – diosa ex machina del Instituto Internacional de Periodismo Josè Martì – invitantemi a partecipare (anzi, a ritornare, trattandosi di una seconda volta) a un Seminario Internacional de Periodismo y Turismo previsto a fine giugno alla Avana.
Ma c’è di più: oltre al soggiorno alla Avana (con ricos espaguetis – anche se non di marca Fidel, trovati all’Esselunga nel precedente viaggio – da me ammanniti a 60 partecipanti al citato Seminario) e a una successiva scampagnata finale a Varadero (la Rimini di Cuba), mi sono regalato una bella gita hippy style, una settimana su bus di linea e dormendo in quelle casa particulares, camere in affitto, che stanno riscuotendo successo anche nel Belpaese (e ce credo: un bancario di Leeds o un meccanico di Copenhagen in visita all’Expo mica possono fare un mutuo per una notte bed and breakfast in un 3* della periferia milanese).
Ho compiuto un viaggio di 1400 km a Trinidad, Camaguey, Bayamo, Santiago, fino alla da me a lungo sognata Baracoa (lì Colombo mise piede per la prima volta a Cuba), impresa che narrerò (fornendo, forse, utili dati e info) nelle prossime puntate con la esperanza che possa piacere al lettore. E costituire una guida, o quasi, a chi farà un salto a Cuba, ormai così di moda dopo la Pax Fidel/Obama (chi l’avrebbe mai detto! un’ambasciata Usa sul Malecòn dell’Avana, manca solo un flirt tra Renzi e la Pascale) e in attesa della visita del Papa. Què dios reparta suerte!

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2 CUBA, GENTE NON RICCA, MA (FORSE PER QUESTO?) ALLEGRA E SORRIDENTE    (2a puntata)


Baracoa, casa ... quasi pompeiana

Baracoa, casa … quasi pompeiana

Cuba è un’isola tutta da visitare a cominciare dall’Avana. Un Paese dalla grande storia e tradizioni. Terminato il seminario nella capitale, Avana, il nostro viaggio è proseguito a bordo di autobus in una sorta di gita fai da te….

Nella precedente pnntata avevo spiegato che la mia pasiòn por Cuba non risaliva soltanto alla mia aficiòn alla Spagna bensì era soprattutto da ascrivere a merito dalla musica che vi fiorisce quasi spontanea nonché della gente, raramente incupita. E a proposito di genti semper – o quasi – alègher apro un breve inciso constatando che la vita non è poi così grama o quantomeno non infierisce sui pover crist. Tant’è che durante le mie gite nel mondo ho sovente incontrato esseri umani davvero poveri in canna – vedi appunto Cuba – ma quantomeno sorridenti e talvolta pure canticchianti, mentre a Milano conosco signore & signori pieni di danèe eppure, ahiloro, invariabilmente incazzati, vuoi, ad esempio, per la scarsa capienza del parcheggio sottocasa o soltanto per la difficoltà nel reperire una buona colf.

Ma torno a Cuba, non solo metaforicamente, informando che in occasione di un Seminario della Prensa Turistica prevedente un soggiorno alla Avana (che sarà ovviamente narrato perché l’isola di Fidel è divenuta tremendamente di moda per la Pax Caraibica con gli Usa e per la visita del Papa in autunno), mi sono regalato una gita senza fronzoli nell’Oriente del Paese. Ed eccomi a raccontarla.

Scolari a Baracoa

Scolari a Baracoa

Anche sui voli transoceanici catering economico
Sono arrivato alla Avana volando Air France (ricorro a terminologie in uso nel mundillo dei grandi viaggiatori e dei tour operators), la compagnia che (se non errano i miei goffi e sommari calcoli) mi sembra la meno cara tra quelle con destino Cuba, ancorché a bordo – e parlo del catering – sono ahinoi trascorsi i vecchi gloriosi tempi della cuisine française laddove anche in economy qualcosa di sfizioso poteva capitarti di trovarlo. Mentre oggidì (e ça va sans dire posso solo riferirmi alla infima classe dei paria) ti sbattono sull’angusto ripiano un triste vassoietto certamente non molto diverso da quelli ammanniti a bordo di compagnie aeree più sfigate, c’est la vie. E non è che lo scadimento delle prestazioni a fronte di meno soldi costituisca una moderna legge economica inventata da qualche giovane genio bocconiano: è infatti antico assai il proverbio Tanto Pagazio Tanto Pittazio, che poi, più volgarmente, fa il paio con la barzelletta della passeggiatrice che, al cliente lamentante un problema venereo sopravvenuto a una prestazione sessuale pagata solo cento lire, gli replica a muso duro “E per cento lire cosa pretendevi, le aragoste?”.
Per 30 euro, invece (informo il cortese lettore che prevede una trasferta alla Avana che la tariffa giusta sarebbe 20 euro, solo che arrivi stanco di star seduto e non hai voglia di creare aste tra tassinari) io, Paolo (autorevole “consigliere gastronomico” nelle mie trasferte istituzionali ispanoamericane) e Franco – compagni di gita a Cuba – siamo portati nel Vedado, il quartiere chic, per dormire nella Residencia dei Periodistas (costo, una trentina di euro, e simile importo pagheremo nelle casas particulares – per dirla in inglese, bed & breakfast – previste in ogni località di tappa).

Un bus della Viazul

Un bus della Viazul

Visitare il paese a bordo di autobus
Il mattino del giorno seguente Hilda Prieto Menendez (già lodata diosa ex machina del Instituto Internacional de Periodismo Josè Martì pertanto gli organizzatori del Seminario Internacional de Periodismo y Turismo che io e Paolo rifocillammo cuocendo spaghetti per più di 60 seminaristas) ci porta in auto alla stazione della Viazul, le autolinee, diciamo, per stranieri (ma a bordo noterò cubani che evidentemente possono permettersi il costo di un viaggio ben più caro di quanto previsto sui bus dei trasporti popolari).
La rete dei collegamenti in autobus della Viazul è vasta (www.viazul.com), in pratica porta in tutte le località programmabili da un viaggiatore che invece del solito soggiorno sulle solite spiagge goderecce vuole conoscere le differenti realtà di un’isola, un Paese dalla grande storia e tradizioni. I bus sono decisamente accoglienti e ben guidati e l’autista, coadiuvato da un assistente, direi una sorta di hostess, può financo apparire come il pilota di un aereo. In effetti in tutta l’America, si sa, i viaggi in bus – un tempo detti anche pullman – sono molto praticati e i pernottamenti a bordo, contrariamente a quanto accade nella minuscola Europa, non preoccupano più di tanto il viaggiatore. A ciò si aggiungano (sempre a lode della Viazul) stazioni efficienti e abbastanza accoglienti.
Comincia pertanto la mia gita cubana fai-da-te, un pochino diversa dal solito tour fly & drive o altre trasferte organizzato dal cosiddetto tour operator di fiducia.
Come già annunciato, vari bus mi hanno portato a Trinidad, Camaguey, Bayamo, Santiago de Cuba e Baracoa, ho percorso circa 1400 km e osservato attentamente quanto narrerò nella prossima, terza puntata. Hasta la vista.

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3 CUBA “LA PIU’ BELLA TERRA CHE OCCHI UMANI VIDERO” (3a puntata)

Due barbudos....

Due barbudos….

Come precisato nelle precedenti puntate, avendo deciso di partecipare al X Seminario per scrivani di turismo previsto, comme d’habitude, a l’Avana (m’ero divertito molto assistendo al VIII e cuocendo spaghetti per una cinquantina di colegas) ho pensato bene di migliorare la conoscenza di Cuba mediante un viaggio in bus dalla capitale a Baracoa, all’estremità orientale dell’isola. Passo pertanto alla narrazione di questa ulteriore gita, un resoconto che per certo non vincerà il Nobel della letteratura turistica, ma, chissà che i dati e le info che lardellano questo scritto non possano risultare utili a chi ama le zingarate nel mondo.

E inizio con un po’ di numeri, non senza ricordare che Cuba “è grande” 104.000 kmq, un terzo del Belpaese – dalla morfologia curiosamente simile a un alligatore nuotante nel Mar dei Caraibi -, “è lunga” 1.250 km, “alta” tra i 30 e i 200 km e infine vanta 3200 di coste a nord e 2500 a sud.
Sui bus della Viazul (www.viazul.com) ho percorso in totale 1389 km da l’Avana a Baracoa (incluso il ritorno da Baracoa a Santiago de Cuba per volare a l’Avana con la Cubana de Aviaciòn (www.cubana.cu) non fidandomi più di tanto dei non sempre confermati voli Baracoa – l’Avana.

Tappe del viaggio, distanze km, tempi e costi indicativi in dollari Usa/usd (a Cuba, unità monetaria il peso Cup, circolano 2 valute: il Cup (normale circolazione) e il Cuc ‘peso convertibile’ (una sorta di ‘valuta turistica’) che vale 26,5 Cup. Al cambio (giugno 2015): 1 Cuc =1 usd – 1 Cuc = 1,10 euro). In alcuni negozi si può pagare con Cuc e con Cup.

L’Avana – Trinidad 335 km, 7h, 25 usd;
Trinidad – Camaguey 254 km, 5h, 15 usd;
Camaguey – Bayamo 201 km, 4h, 11 usd;
Bayamo – Santiago 127 km, 2h, 7 usd;
Santiago de Cuba – Baracoa (via Guantanamo) 236 km, 5h, 15 usd (idem al ritorno a Santiago de Cuba, esistendo una sola strada – richiedente attenzione a chi guida – lungo un intrigante percorso montagnoso dai bei panorami). L’Avana e Santiago de Cuba (861 km) sono collegate anche da un treno, durata viaggio 13h, e in bus (16h, costo 51 usd).

Casa Particular a Camaguey

Casa Particular a Camaguey

TRINIDAD da l’Avana, 335 km, 7h, 25 usd.
A sud est da l’Avana, fondata dal conquistador Diego Velazque nel 1514, la antigua villa de la Santisima Trinidad de Cuba (la Città Museo, pertanto giustamente Patrimonio mondiale dell’Umanità, come il vicino Valle de los Ingenios, un mare di canna da zucchero e macchine più o meno antiche per produrlo) è situata a pochi metri dalla costa meridionale del mar dei Caraibi (belle le Playas Ancòn e Maria Aguilar). Dormito alla “Casa Particular Hernandez” a 150 mt dalla stazione bus Viazul (all’arrivo del bus il viaggiatore è accolto dai padroni di questi bed&breakfast e invitato a soggiornare, o quantomeno a dare un occhio al posto che ti propongono), stessa distanza dalla splendida Plaza Mayor. Una gran bella piazza, al centro svettanti palme, su cui si affacciano la Iglesia Parroquial de la Santisima (te pareva)Trinidad , il Palacio Brunet e tante altre belle Casas (che in Spagna definirebbero Señoriales) a ricordo di un trascorsa ricchezza (ricavata dalla produzione dello zucchero, una grande ricchezza soprattutto prima dell’abolizione della schiavitù). Beninteso, sulla Plaza Mayor non può non trovarsi un buon bar che oltre alla vendita di svariate merci turistiche può vantare di merito di includere tra i suoi drinks la locale, tipica Canchancàra (limone, miele e ron/rum) davvero mica male.

Contatti culturali in un bar di Bayamo

Contatti culturali in un bar di Bayamo

Uno spassionato (ed ovviamente equanime, ça va sans dire) giudizio/commento su Trinidad di un barbogio viaggiatore (che lì già fu)? La città è invero bellissima e chi davvero vuol conoscere Cuba (mica solo le pur belle ma banali spiagge) a Trinidad deve andare (si tratta pertanto, direbbero gli scrivani turistici yankees, di un must, un obbligo conoscerla). Va (però) da sé (un filino di critica, nel senso di ancorchè pochissimo negativo va sempre elencato) che tanta bellezza storica, architettonica e quindi culturale ha reso Trinidad una località (già detto) “Museo” e dio sa quanto le piccole località – invase da quella lodevole ma pericolosetta fauna detta anche “i turisti” – possono correre il rischio di diventare delle Disneylands (appunto quei posti dagli yankees spregiativamente chiamati Mickey Mouse, Topolino). E adesso che – fatta la pace con Fidel – i cittadini made in Usa invaderanno (beninteso turisticamente parlando) Cuba, vada alla bella e cara Trinidad il mio caldo augurio di non finire come tanti nostrani posti finiti ahiloro (ma anche ahinoi, viaggiatori) alla stregua di Luna Park (un bèl basìn a Venezia). Hasta la vista, Trinidad.

Ahhhh il cortese lettore non si eclissi datosi che prossimamente si viaggerà a CAMAGUEY da Trinidad, 254 km, 5h, 15 usd, indi a BAYAMO da Camaguey, 201 km, 4h, 11 usd, indi a SANTIAGO DE CUBA da Bayamo – Santiago, 127 km, 2h, 7 usd, indi a BARACOA da Santiago de Cuba (via Guantanamo), 236 km, 5h, 15 usd.

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4 PROSEGUE LA “GITA CUBANA” IN BUS, DA L’AVANA A BARACOA …. (4a puntata)

La fortezza di Santiago de Cuba

La fortezza di Santiago de Cuba

Avevo concluso la precedente (3a) puntata descrivendo ed elogiando la grande bellezza di Trinidad, Patrimonio etc. etc. ma forse un filino troppo, come si dice, “turistica”, tutto così curato e “pulitino”, quasi un museo all’aria aperta (o sarà solo che a chi scrive piacciono i posti genuini e ruspanti). Ecco pertanto completata – e doverosamente descritta – la prima tappa (l’Avana – Trinidad 335 km, durata 7h, costo bus 25 usd) della gita che concluderò a Baracoa con Franco, ex tour operator, e con il quasi hermano Paolo (siamo oltretutto vicini di tomba in quel di Lugo di Romagna) mio assiduo compañero di viaggi (piacendogli hablar la lingua di Cervantes va ovunque si parli spagnolo) in quanto fotografo non malvagio ma soprattutto grande cocinero. Tant’è che anche in questa seconda gita cubana Paolo – oltre ad aver finalmente imparato a mescere un decente, heningwayano Mojito – ha ottenuto consensi bulgari ammannendo (io ho solo grattugiato il parmigiano) spaghetti a ben 50 periodistas convocati alla Avana a un Seminario di Turismo organizzato dalla mia amica Hilda Prieto (un beso desde Los Italianos, Hilda … y que te vaya bien, querida!!!!)……

La parola più pronunciata in viaggio

La parola più pronunciata in viaggio

….. Eccoci pertanto su un bus della Viazul (già forniti i contatti web per chi volesse copiare la mia gita o progettarne altre consimili) che da Trinidad ci porta a Camaguey (254 km, durata 5 ore, costo15 usd).Sulla accettabile validità dei “servizi Viazul” (a bordo molti turisti stranieri e qualche cubano, forse ‘più uguale’ degli altri suoi compaesani viaggianti su bus meno chic) mi sono già espresso in precedenza: buona puntualità, bravi autisti, a bordo una sorta di hostess ancorchè maschile, assistenza pulizia ed efficienza nelle stazioni di sosta. Quanto ai paesaggi che ho ammirato lungo il recorrido/percorso fino a Santiago de Cuba, sono prevalsi pianeggianti e verdi panorami bucolico – tropicali, bestiame e praterie sotto le palme, e ça va sans dire è generosamente non meno che ovviamente presente la canna da zucchero, sennò come lo fai il celeberrimo ron/rum cubano? E avvicinandosi a Bayamo si profila all’orizzonte la ormai storica Sierra Maestra. Lì Fidel e il fratello Raùl cominciarono la Guerrilla, parola castellana doc inventata in occasione delle gesta belliche non convenzionali, oggi si direbbe resistenza partigiana, che videro i miei amici spagnoli accoppare il più possibile di soldati gabachos (termine spregiativo usato dagli spagnoli pirenaici con riferimento ai francesi del versante opposto). Per la cronaca, dalla vittoria di Fidel y Raùl, con fuga del dittatore Fulgencio Batista (1/1/59), alla pace di pochi giorni fa con i non amatissimi Yanquìs (ma dopo ‘sto volemose bene, vero o finto che sia, dagli States arriveranno tanti bei dollaroni ….) sono passati 56 anni (e a chi scrive, ahilui, sembra ieri).
Ma tornando alla mia gita, e a quanto ammirato dal finestrino del bus della Viazul, partiti da Santiago de Cuba per Baracoa dapprima si godono alcuni apprezzabili panorami marini eppoi ci si addentra nella montagna su una strada costruita solo pochi decenni fa (chi ama viaggiare Fly&Drive stia in campana), fin quando dopo tanta rude e arcigna morfologia del territorio all’estremità orientale di Cuba si arriva a Baracoa.
Questo è quanto ho avuto il piacere di vedere nei quasi 1400 km di gita tra la capitale e l’estremo est di Cuba.

Casa a La Avana (ma sembra Atene inizio '900)

Casa a La Avana (ma sembra Atene inizio ‘900)

Ma torno (non l’ho ancora descritta) a Camaguey, altra località cubana, dal 2008, Patrimonio etc. etc. eppertanto meritevole di una visita (se con pernottamento, ho dormito, trovandomi davvero bene, costo di una casa particular, se ben ricordo una trentina di euro, da Ana y Lino, Casa de Renta, pure con piscina, rico desayuno/breakfast, [email protected]).
La città, direbbero gli spagnoli, tiene casta, essendo stata fondata il 2 febbraio del 1514 con il solito prolisso nome (usanza tanto cara ai conquistadores) che in questo caso è Santa Maria del Puerto del Principe, per divenire in seguito più semplicemente nota come la ciudad de los Tinajones (grandi giare presenti nel centro cittadino) o ciudad Laberinto per il centro storico dalle strade davvero intricate. Non rubo certo il lavoro ai bravi redattori di guide elencanti una ad una case, palazzi e chiese e mi limito a commentare che (come antan si leggeva in una rèclame sull’autostrada Torino – Milano a proposito di un ritorante) Camaguey vale bene una (attenta) sosta.

P.S. Alla fine della gita cubana mancano ancora le seguenti tappe …. Camaguey – Bayamo 201 km, 4h, costo bus11 usd …. Bayamo – Santiago 127 km, 2h, 7 usd ….Santiago de Cuba – Baracoa (via Guantanamo) 236 km, 5h, 15 usd …. il cortese lettore porti pazienza ….

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5 CUBA, SI CONCLUDE LA GITA DA L’AVANA A BARACOA (5a e ultima puntata)

Letti i commenti su Trinidad e Camaguey, le due prime località di tappa della gita in bus compiuta da l’Avana a Baracoa, e descritta la morfologia del territorio fino alla mèta finale, proseguo il resoconto che – dopo stop notturni e visite di Bayamo e Santiago de Cuba – condurrà l’attento lettore fino a Baracoa.

Casa Particular (con bel terrazzo per i desayunos) a Baracoa

Casa Particular (con bel terrazzo per i desayunos) a Baracoa

Una località davvero colombiana perché lì posò piede per la prima volta a Cuba il navigatore genovese (ma c’è pure chi lo vuole portoghese e ho financo letto che potrebbe essere nato nel Monferrato). Siamo pertanto all’estremo est (Colombo proveniva dalla orientale Hispaniola, oggidì Haiti e Repubblica Dominicana) della più grande isola caraibica (e più chiacchierata, ma chissà che al recente Volemose Bene tra i Castro e Obama non corrispondano benessere e tranquillità per questa brava e mite gente che altro non vorrebbe che campare decorosamente (e la natura le è amica) beninteso cantando e bailando.
Lasciata Camaguey sono arrivato a Bayamo, 201 km, dopo poco meno di 4 ore a bordo del solito bus della Viazul (costo 11 usd) e ho trovato un’acconcia sistemazione nella casa particular di Dolores Lolita Marsans Sosa (indirizzo, Plo Rosado 171, tel. 42 8952 (solito costo, una trentina di euro). Sarò anche di bocca buona, ma a me Bayamo è piaciuta (e mi complimento per aver scelto di pernottarvi e visitarla, preferendola a più note località non lontane). Monumento Nacional, la città è la Cuna/culla dell’indipendenza cubana e non solo perché vi fu cantato per la prima volta l’inno nazionale (chiamato appunto la Bayamesa). Tranquilla città che definirei di provincia, luogo natale del Padre de la Patria Carlos Manuel de Cespedes (che oltre a lottare per l’indipendenza liberò gli schiavi delle sue piantagioni), Bayamo vanta pure belle piazze alberate, casonas señoriales e un’antica cattedrale (XVII secolo) con un bel dipinto del barocco cubano (il retablo de los Dolores). Vale anche la pena una salto alla locale (l’istituzione è presente nel resto di Cuba) Casa de la Trova, una sorta di posto dedicato a cultura e folklore (e storia: una stampa, con tanto di frate che esibisce la croce al povero indio, mostra il Cacique/capo Huatey arrostito – chissà perché, anzi si sa – dai Conquistadores nel febbraio del 1512).

Corso di cucina in trasferta

Corso di cucina: due allievi alle prese con gli ‘espaguetis’

Infine, chi volesse ripercorrere le mie orme ma, buon per lui, trattarsi più da sciur, a Bayamo dorma all’hotel Royalaton (e – mi si permetta la frivolezza – faccia un salto al bar La Esquina, laddove un gran bravo barman – che probabilmente ricorderà una allegra serata con tre italianos assai assetati – prepara Mojitos di indubbia bontà).
A 127 km da Bayamo, meno di 3h di bus, costo 11 usd, Santiago de Cuba (poco distante la Sierra Maestra, lì cominciò la revoluciòn di Fidel) vanno visitati il Santuario de la Virgen del Cobre, patrona dell’isola e il museo Bacardì (ma a Santiago non si produce più lo storico Ron/rum, trasferito, forse per … motivi politici a Puerto Rico ). Ma da vedere sono anche, se non soprattutto, due edifici militari peraltro assai differenti per storia e tempi (oltre alla casa, dichiarata, secondo la brochure Autentica Cuba, la mas antigua de America, dell’adelantado don Diego Veleazquez). Nella città, è ormai mito la Caserma Moncada, assalita e conquistata de Fidel il 26 Julio 1953 (data che per la Cuba d’oggidì più storica non si può). E poco fuori Santiago, sul mare, il Castillo de San Pedro de la Roca del Morro (ma bastano le due ultime parole e si capisce) dell’ingegnere militare italiano Giovan Battista Antonelli (1638, Patrimonio etc etc.), una fortezza la cui mole spiega perché pirati e bucanieri preferivano stare alla larga. A Santiago de Cuba simpatica e molto disponibile la signora Raida Mojena Mojena, la sua casa particolar (solito costo sui 30 euro la doppia, con desayuno/breakfast) è in avenida Garzòn 277, tel movil 58386224, [email protected] . Per i birichini più o meno sessuomani e comunque vitaioli a Santiago è disponibile anche un più o meno peccaminoso Cabaret Tropicana (tipo quello de l’Avana).
E infine l’ultima, e più sofferta (almeno per chi guida), tappa della gita, da Santiago de Cuba a Baracoa (stop del bus a Guantanamo, ricordi la canzone Guantanamera, guajira/contadina di quella terra, ma non si vede la tanto vituperata base militare Usa). Dopo un itinerario costiero che ti permette di ammirare qualche bello scorcio marino la strada si infila tra monti non altissimi ma impervi, ricchi di verde vegetazione, e infine (i km sono 236, tempo 5 ore, costo 15 usd) ecco la agognata Baracoa, sbarco colombiano nel 1492 e fondazione da parte di Diego Velazquez de Collar nel 1512 (‘lo dice’ Wikipedia mentre una guida anticipa la fondazione di un anno). E per la gioia dei genovesi preciso che (così è garantito al viaggiatore) fu portata da Colombo la Santa Cruz/croce de la Parra ammirabile nella chiesa al centro del gaio abitato. Va infine aggiunto, per doverosa se pur sadica precisione, che l’intero nome della città sarebbe Nuestra Señora de la Asunciòn de Baracoa.

Plaza 'mayor' a Camaguey

Plaza ‘mayor’ a Camaguey

In questa località cubana da me a lungo agognata – e finalmente eccomi! – ho trascorso due notti (davvero bene, e che desayunos mattutini sulla terraza, nuovamente muchas gracias y hasta pronto si diòs quiere, in chà allà) da Pipa y Manuel, tel 53 21 642177, [email protected] .
Chi ama il cioccolato/caco a Baracoa se la godrà un mondo (tanta e valida la produzione in questa terra all’estremo est di Cuba) e comincerà a degustarlo dalle venditrici di strada a uno stop precedente l’arrivo nella cittadina. E chi invece ama la vita balneare, a Baracoa se la spassa su una poco distante (bella) spiaggia caraibica, Playa Maguana. Per gli aficionados ai posti semplici e veraci invece suggerita una breve camminata a una vicina laguna di pescatori, a la Boca de la Miel.
Si torna a l’Avana (nuovamente in bus a Santiago poi volo della Cubana) a un Seminario de la prensa/stampa (sedicente) specializzata nel turismo. Ma (e anche Paolo e Franco concordano) che bella gita cubana abbiamo compiuto (altro che quei casermoni per spiranti abbronzati nei tanto strombazzati cayos….)..

p.s. per doverosa chiarezza e info …. questo umile ma forse anche (per la promozione della destinazione) utile resoconto – redatto da un giornalista con tessera dell’Ordine nonché di carnè della stampa spagnola e sudamericana – si riferisce a un viaggio interamente compiuto a proprie spese, da cui la piena, e non ‘condizionata’, facoltà/libertà di pensare e scrivere quel che si è visto ….