Zagabria: una città a misura d’uomo (3)

Terza puntata del nostro reportage ambientato in Croazia. Dopo avevo narrato la trasferta automobilistica da Milano a Zagabria tra le brume di dicembre, per ricevere un premio giornalistico, oggi torniamo nella capitale croata per scoprire i luoghi più belli di questa città

Tifo calcistico

Tifo calcistico

Rieccomi a Zagabria, e mancandovi da quando, giovane guida, vi accompagnai nostrani turisti, non mi resta che rivisitarla (ritengo infatti che, oltre ai cambiamenti voluti dal tempo, dalla storia e dall’architettura, pur valida che sia la memoria, anche un incallito viaggiatore dimentica tanti dettagli di una località conosciuta lustri prima eppertanto dovrebbe rivedere tutto da capo).
Godo una lunga, piacevole e istruttiva camminata nel centro della capitale croata, città a misura d’uomo, 800.000 dei 4 milioni e mezzo di abitanti del Paese sorto come una fenice dal fallito, forse perché impossibile, esperimento di appiccicare i tanti differenti genti, etnie, religioni, storia, un vero e proprio puzzle o se si preferisce melting potbalcanico della scomparsa titina Jugoslavia, gli slavi del sud.
E girando a piedi, tranquilli, per conto proprio e sempre dotati di un filino di curiosità, si impara ancor meglio l’essenza, lo spirito e soprattutto la storia di questo Paese slavo ma anche mitteleuropeo, mediterraneo con un tocco di (se non latinità quanto meno) venezianità, cristiano e per di più cattolico (con tanto di alfabeto latino redatto dai santi Cirillo e Metodio).

Il regno di Tomislav I
Si scopre ad esempio che nella storia dei regni europei quello di Croazia è davvero antico, nascendo nel 925mediante l’unione delle terre interiori, la Pannonia, con quelle costiere, la Dalmazia, per volere di re Tomislav I. E se non so molto sulla grandezza del citato, primo monarca, posso invece avanzare dubbi sull’importanza, non solo storica, dell’ultimo, nostrano re Tomislav. Nostrano perché l’ultimo re (vabbè, solo nominale, mai mise piede a est di Trieste) Tomislav di Croazia fu, dal 1941 al 1943, il duca Aimone di Savoia – Aosta (come se alla dinastia non fosse bastato aver fatto tanti danni in Italia).
E tra i due Tomislav la Croazia ebbe abbondantemente tempo per ritagliarsi una storia decisamente importante, parallela alle vicende di Austria e Ungheria che videro i croati servire da ottimi soldati (in trasferta, in Francia, non si limitarono a inventare la cravatta, basta il nome) dei due regni danubiani (unificati nella seconda metà dell’800). Da cui si evince che i miei neoamici della invitante Fijet Croazia ebbero per certo antenati che vennero a dare una regolatina alla mia amata Milano forse forse lasciata un po’ incasinata dai miei adorati spagnoli. Con tutto il rispetto per il Giusti (che in “Sant’Ambrogio” ce l’ha sucoi croati) se a Milano non si vive poi così male appetto ad altri posti del Belpaese un po’ più sporchini e disorganizzati, chissà che non lo si debba anche a quei marcantoni di soldati venuti da Zagabria e dintorni, ma per carità di patria tiremm innanz).

A zonzo per Zagabria

Cecco Beppe

Cecco Beppe

Lasciato il bel hotel Esplanade (lo lodo più avanti) giro col naso in su tra tanta architettura a me cara: ammirando edifici dell’Austria Felix, dal ‘700 alla Prima Guerra Mondiale, hai solo da scegliere, traJugendstyl, Neoclassico, Secessione succeduti al borghesuccioBiedermeier. E qui giunti mi viene in mente Klimt, mica male. Cammino nel bel parco antistante la storica stazione ferroviaria e attraverso la piazza Josip Jelacic (che un diligente scriba turistico definirebbe il cuore pulsante di Zagabria, e in effetti vi ferve tanta vita) e salgo alla Città Alta (che pertanto, alla luce della storia umana, non può che essere anche la Città Vecchia). Una camminata, su e giù, molto piacevole laddove abbondano imust (per gli yankees le cose va vedere assolutamente). Superate le mura medioevali si entra nella cattedrale, dai vari stili succedutisi nei secoli (curiosità: mentre si apprestavano all’erezione del campanile i costruttori se la fecero sotto all’idea di una peraltro possibile invasione dei Mamma li Turchi, eppertanto decisero di – copio da una guida di Zagabria – ‘spostare’ l’edificio all’interno dei bastioni difensivi).
Il ristorante di Boban

Il ristorante di Boban, ex calciatore del Milan
Non per stolta frivolezza (ma semmai si recasse a Zagabria qualche turista con giovani figli rossoneri voglioso di fare bella figura di persona colta) di fronte alla cattedrale si può ammirare ilristorante di Boban (exfootballeur appunto del Milan, di cui già ho ricordato i fausti natali a Imotski, laddove i veneziani stavano in guardia dai Turchi). Ma si proceda nella visita. Intrigante il mercato Dolac e tanto medioevo (con venerata immagine della Madonna) alla Porta di Pietra e nella omonima via / ulica kamenita / Pietra ecco una chicca davvero curiosa: nella più antica (1355 e tuttora operante) farmacia di Zagabria, nel 1399 lavorò Nicolò Alighieri, pronipote del sommo Dante.

L’Hotel Esplanade

Tramonto sulla costa adriatica

Tramonto sulla costa adriatica

Ritorno in pianura alias Città Bassa e torno ad ammirare l’hotel Esplanade, mica un albergo qualsiasi, basti segnalare che è presentato nella guida del turismo locale come uno dei tanti monumenti di Zagabria. L’Esplanade fu costruito (1925) per dare un alloggio luxuryai facoltosi turisti viaggianti sull’Orient Express (altro che Low Cost e una sola valigia a mano, bei tempi, quelli….). Roba da sciur / ricchi (e in subordine da businessmen, paga la ditta), laddove però non manca la frivolezza. Sempre nella sullodata guida, si narra infatti che nel 1926 all’Esplanade si svolse il primo concorso per Miss (nella da poco estinta Austria – Ungheria degli Strauss e di Musil!) e, tre anni dopo, apparve la mitica Josephine Baker (la cui sola presenza, precisa l’opuscolo, scatenò la negativa reazione delle signore bene di Zagabria (ma forse, in ‘sto caso, il razzismo c’entra poco, ancorchè potrebbe aver aiutato, la muliebre gelosia si sa..). Ma una volta tanto sarò meno frivolo del solito e nell’’Esplanadepreferisco veder aleggiare i personaggi di Agatha Christie, vittime e assassini dell’Orient Express.

(05/02/2015)

Articoli precedenti:
1. Io, Marco Polo e la Croazia
2. Gita premio a Zagabria e Abbazia