(“Gino Bartali ….Una bici contro il Fascismo”, di Alberto Toscano, Feltrinelli).

“Gino Bartali” (in copertina: la presentazione del libro).
Mi reco raramente a happenings cultural – mondani, soprattutto (ebbene, lo ammetto, tutta colpa della tivù) per condannabile pigrizia. Evito questi incontri non certo perché (ormai capita sovente, sarà la crisi, baby) se, ad esempio, vai alla presentazione di un libro (e in precedenza hai doverosamente dimostrato di appartenere alla casta degli scrivani) manco te ne omaggiano una copia (salvo romper tu le balle e far finta che il volume ti interessa per la dedica del lì presente, e sorridente, autore). Né lamento, più negativamente del dovuto, il dettaglio della ormai quasi totale assenza di una sbafatina a fine bla bla bla (facciamo, anche solo, un bianchino e quantomeno due grissini). E invece, è ahinoi finito il giulebbe delle vacche grasse, sono ormai lontani anni luce i tempi (almeno nel ‘mundillo’ dei Viaggi & Turismo) della famosa non meno che affamata ‘Banda della Tartina’. Quella sorta di P2 della sbafata che, previo ricorso a furbo gastrospionaggio, in tanti tardo pomeriggi dell’inverno milanese procedeva alla soluzione finale del Problema Cena (Pantaloni paganti: compagnie aeree o di crociere, tour operators, turismi esteri etc etc, offriva canapès financo la parastatale Cit).
Stavolta, però, dovevo recarmi alla presentazione di “Gino Bartali, una bici contro il Fascismo”, di Alberto Toscano, prefazione di Gianni Mura, (Baldini & Castoldi).
Dovevo, e volevo, essere presente, a La Feltrinelli, per due motivi non certo mangerecci (ad ogni buon conto, anche stavolta manco una patatina…., prosegue la crisi dell’editoria planetaria).

Novara, portici favorenti il tardo pomeridiano struscio ….
Un paio, dicevo, i motivi della mia apparizione. In primis (non senza scusarmi per dare la precedenza a una vicenda banale non meno che personale) perché la curiosità non è soltanto femmina. Eppertanto, l’ex (raggiunti limiti di gioventù) macho che scrive, letto che Toscano è novarese (la sua natìa Galliate dista pochi km dalla mia Novara, laddove trascorsi i miei anni verdi) e non è uno sbarbino (sono meno giovane di Lui solo per colpa di una manciata d’anni) desideravo incontrarlo, per sapere se mai le nostre vicende umane si intersecarono. Ma, ahimè così non è (salvo il modesto dettaglio di un suo zio nostro amico di famiglia) per il semplice motivo che Toscano è preclaro studioso, che conta, a livello internazionale, della politica e della storia che governano i nostri destini (eppertanto sin dall’infanzia non avrà buttato via il suo tempo a giugà al balùn o anche solo a vederlo giocare).
Dopodichè mi sono recato al vèrnissage della biografia di Bartali anche per un doveroso omaggio alla memoria di … Fausto Coppi. Nonché per una sua eventuale difesa d’ufficio (hai visto mai – mi ero chiesto – che per innalzare agli altari il suo eterno rivale, appunto, Bartali, qualcuno arrivi a buttar nella polvere il Grande Fausto?). Eh sì, fosse solo per aver violato l’alfabeto penso proprio di aver fatto capire che il Fostò di quegli sciovinisti dei francesi, fu (con il Grande Torino di bacigalupoballarinmaroso) il mio idolo di imberbe gioventù (ed entrambi finirono così tragicamente per il mio pianto). E sulla enorme non meno che innegabile grandeur e superiorità pedalatoria del Campionissimo (appetto al tuo Bartali), per favore, caro Toscano, non ammetto dubbi sennò potrei pure incazzarmi (bello, quanto da te narratomi a proposito dei toscani, che, quando si incontrano, prima litigano insultandosi di brutto eppoi cominciano a chiacchierare….).

Bicicletta …. quanti dualismi….
Qui giunti, se (trattandosi – invece – di vicende umane ben più serie di corse in bici, ivi compresa la contrastata faccenda di chi dei due passò la borraccia a chi…), si parla del ‘grande’ Bartali che salvò tanti ebrei dalle tragedie di una Storia impazzita, beh, in ‘sto caso, enorme, chapeau! al cantore di “Tutto sbagliato tutto da rifare”. Viva Bartali, orsù.
Ma (e rieccomi) un gran bel basìn vada pure al meno ciarliero Fausto, che – vabbè – per vicende meno eroiche (di pericolosi aiuti prestati a chi in pericolo), ebbe pure lui le sue grane. Tipo la prigionia in Tunisia, la perdita del fratello Serse, per non parlare di quel Nobel della Prudèrie (e sorvoliamo su certi rigorismi religiosi forse non condannati da … altri….) di quel blitz perpetrato (ah les Italiens, chissà che non abbia commentato le general De Gaulle) dentro il suo talamo per vedere un po’ cosa Lui, il Campionissimo (chissamai lo fosse pure nel baiser….) aveva combinato con la Dama Bianca .
Grazie, Toscano, per un mio personalissimo flash back che – come sempre accade – non sai mai se ti ha portato tristezza o t’ha fatto piacere.
(Ma Fostò sul Tourmalet, vuoi mettere?….).
per mondointasca.org
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