“Venga a Napoli signor conte”  (laddove la C – parlandosi di Camillo Benso, conte di Cavour, e approfitto per ringraziarlo per l’omonimo canale che costruì abbeverando Novara… – va intesa come minuscola…).
Un bel libro (Mario Costa Gardol, Mursia editore), che consiglio (per davvero) alla mia sia pur (parva paucis) sparuta aficiòn lettrice.
E chissà che, giunto all’ultima pagina del suggerito, intrigante libro, il lettore non arrivi a capirne di più sulle secolari vicende che portarono alla composizione di quel romantico (tali furono gli Stati spuntati in Europa nell’’800…) Lego chiamato Italia (per maggiori info consultare gli scritti di Enzo Biagi…) .
“Venga a Milano signor Conte” (e stavolta la C è maiuscola, sia per doveroso rispetto istituzionale alla‘’maiestatis’’, sia perché trattasi di un comune cognome pugliese, per la precisione leccese-juventino….) è, invece, l’invocazione (si fa per dire) che a Montecitoros le opposizioni antigovernative rivolgono in queste ore al Premier romano.
Anzi, per la precisione, i contras milanès dicono (al signor Conte):“Ma perché non sei (ancora) venuto a Milano (beninteso a vedere cosa succede con la neopeste, ndr)?”.
Solita storia: Roma – Milano, oltretutto – viepiù South of the border… – passando per Lecce (la Predappio del Premier…): pensa tu quanta strada… .
Tutta colpa del conte (quello con la C minuscola…)?
O del Conte (C maiuscola)?
O del Ticino (fosse stato soltanto un po’ più grosso…. chissà….).
Mah….