per mondointasca.org – nella foto in hp: Tome
Da sempre ribadisco che la parola Viaggio è affascinante, non senza aggiungere che si viaggia sia facendo il giro dell’isolato di casa tua (e in tal caso è meglio ricorrere a un filino di fantasia), sia compiendo il Giro del Mondo (a proposito, chissà se ci sono ancora quelle tariffe speciali della Iata, l’associazione dei trasportatori aerei).
Perché, per un viaggiatore, in primo luogo l’importante è vedere, quindi imparare, conoscere posti e cose nuove, dopodiché se quanto vede è una (direbbero in english i travelers) Highlight, nel senso di grande attrazione, tanto meglio. Ma non si può sempre, e soltanto, andare vedere la Tour Eiffel o Pompei (nel secondo caso impresa quasi impossibile stante l’alta frequenza di riunioni sindacali, beninteso durante l’orario di lavoro, bloccanti gli ingressi al monumento coi turisti fuori, saltellanti per vedere almeno da distante com’è la Casa dei Vettii).
E viaggiare potrebbe, perfino (ancorchè, lo confesso, mi sembri eccessivo) conoscere, sapere (soltanto) per interposta persona, dell’esistenza di un posto e ascoltarne la descrizione.
Io, ad esempio, grazie a poco più di un’ora di conferenza stampa (beninteso seguita da mangiatina, sennò la sbafante Banda della Tartina mica si muove) tenutasi a Milano nella geniale Fabbrica del Vapore, “sono stato” a Carmagnola e a Usseglio (a me, lo confesso, sconosciute nonostante distino due passi dalla natale Torino, ma, si sa, Nemo Propheta in Patria, dopodiché, Ubi Maior, mi ritrovai quasi subito impegnato ad andare a vedere il Taj Mahal e le Piramidi). E chissà che questa non sia la volta buona (per tornare, come Kunta Kinta, e ancorchè provvisoriamente) alle radici.
Ed eccomi, infine (ancorchè, come detto, anzi, come si dice, col pensiero) a Carmagnola e a Usseglio, presentate nella già citata conferenza stampa dai Vip delle due località del a me caro Vej Piemont (in quanto culla, e preciso, ‘materna’, mentre romagnola è invece la koinè dell’altro genitore). Una regione che (e i miei Paìs –almeno lo sono a metà- concorderanno) sarebbe il caso che di desse una mossa, sennò va a finire che i Soliti Noti (non ancora soddisfatti di aver portato via tutto dal Piemont, ultima la Fiat) ci fregano pure il letto (e la Bagna Cauda –anzi, si dovrebbe scrivere Caoda, ma, ormai, Wikipedia docet-, pensa tu, questa umile non meno che saporito e deciso mangiare piemuntès che finisce riprodotto –ma adesso fa più chic dire ‘rivisitato’- in bustine cellophanate di qualche multinazionale alimentare, quando non dai cinesi che ormai fanno pure il Palmigiano Leggiano con la soya….).
Allora, Usseglio & Carmagnola (che meraviglia –e ci credo, poco limone anzi quasi niente- quella Carne Cruda fattami assaggiare, si fa per dire: 6 assaggi 6 e abbondanti….).
Usseglio/Usoei/Ussèj (forse la celta Uxeilos, ‘posta in alto’, chissà, ma ‘lo dice’ Wikipedia) è un comune a misura d’uomo (poche centinaia di abitanti) a 1.200 m.s.l.m. (quindi pure sport invernali, ma adesso non è stagione) nella bella e verde Valle di Lanzo, nonchè capitale della Toma di Lanzo, di cui una “Mostra regionale” (ivi inclusi i Formaggi d’Alpeggio) il 15 – 16 – 17 luglio (replica –viene ben precisato- il 23 e 24, “con mostra bovina, caprina e ovina di razze alpine …. all’insegna dei prodotti caseari e dei salumi valligiani con salumi e visite agli alpeggi”). Finisco (sennò l’appetito mi strozza) col fornire alcuni contatti (loro ne sanno, molto, di più…) www.sagradellatoma.it – [email protected] – [email protected] nonché l’ufficio stampa [email protected] – [email protected] .
Bella (come lo sono tante altre città piemontesi di identiche dimensioni, tanto bel cotto risalente al ‘700, secolo felice del piemontese regno di Sardegna), 27.000 abitanti, Carmagnola è molto meno alpina (240 m.l.m.) della citata Usseglio (Carmagnola trovasi infatti tra Torino e Cuneo) ma, ovviamente, stante la collocazione geografica, è assai più storica. E ci credo: siamo nell’importante Marchesato di Saluzzo, prima –verso il 1000- dominata dagli Arduinici e dopo -1588- dai Savoia (al posto dei Francesi che la occuparono per una quarantina d’anni). Dopo cotanta storia sembrami riduttivo consigliare al lettore di andare a Carmagnola ad ammirare la 67ma Sagra del Pivrùn, nel resto d’Italia detto Peperone (doc di Carmagnola, sagra dal 26 agosto al 4 settembre) ma, come commento sempre “Non siamo fatti di legno” eppoi (ma l’ha detto Feuerbach) “L’uomo è ciò che mangia” e col peperone non si scherza (non parliamo, poi se coinvolto nella Bagna Caoda). Peperoni a parte, a Carmagnola
(m’han giurato durante la presentazione, e ci credo) sono scopribili anche chicche culturali. Tipo una sinagoga (più o meno bella di quella di Casale? non so) e, pensa tu! -vabbè da quelle parti passa il Po, ma è ancora minuscolo- un museo civico Navale (!) e siccome tutto si spiega, la sullodata esposizione è dovuta al dettaglio che a Carmagnola si lavorava moltissima canapa (pertanto esiste un Ecomuseo sull’argomento) e siccome con la canapa si facevano/fanno le corde per le navi, buona visita al museo Navale.
Di tutto quanto, di cui sopra, se ne può sapere (molto) di più clikkando a: www.comune.carmagnola.to.it – [email protected] (ricca di info, poi, la pianta della città di geoplan.it).
Buona Carmagnola (e ‘Cerea, neh’).
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