In molti Paesi del mondo esistono città e località che -al di la dell’attuale importanza e grandezza, e talvolta senza esserne stata la capitale o avervi svolto un decisivo ruolo storico- per i cittadini di quel Paese contengono un fascino, un’aura speciale, generando sensazioni e particolari ricordi al solo pronunciarne il nome……
Si potrebbe citare Torino per l’Italia, la tedesca Francoforte, Reims per la Francia, Kyoto nella storia dell’impero giapponese, Boston per gli Stati Uniti, Guimaraes ‘culla’ del Portogallo.
Burgos e una di queste citta, un nome dal fascino speciale per gli spagnoli (e anche tra chi si accinge a compiere un viaggio in Spagna). Senza coinvolgere le importanti citta del resto del Paese, Burgos potrebbe perdere quello che in gergo sportivo si chiama uno ‘scontro diretto’ anche con alcune delle altre otto capitali di provincia della Castilla y Leon (la piu grande regione d’Europa, punto di partenza della riscossa e dell’unificazione della Spagna, depositaria della lingua nazionale, lo spagnolo o appunto castellano, ancorche i primi scritti furono rinvenuti nella vicina La Rioja). Puo non possedere il ‘sapere’ di Salamanca, il misticismo di Avila, l’imponenza monumentale di Segovia, l’importanza ‘politica’ di Valladolid, la titolarita di un ex regno come Leon: ma Burgos resta comunque un punto di riferimento fisso per chi vuole veramente conoscere e capire la realta storica e culturale della Spagna. Se poi per ‘un viaggio in Spagna’ non si intende una trasferta nel folklore e nelle colorate tradizioni andaluse o una lunga gita lungo le coste mediterranee, in tale caso si potrebbe persino azzardare un commento un filino troppo
categorico ma non privo di verita: chi va a Burgos conosce la ‘vera Spagna’.
La citta (circa 150.000 abitanti, 860 metri sul livello del mare, sul fiume Arlanzon) deve le sue origini a un castello costruito nell’884, sulle rovine di un antico Castro, dal Conde Diego Rodriguez Porcelos, durante il regno di Alfonso III di Castiglia. Ai piedi dell’eccellente bastione difensivo, Burgos si sviluppo cosi rapidamente da divenire in breve tempo capoluogo di contea con Fernan Gonzalez e, nel 1073, sotto Fernando I, capitale dei regni uniti di Castiglia y Leon (titolo ceduto a Valladolid soltanto nel 1492, dopo la conquista ai Moros del regno di Granada).
La storia della città è pertanto relativamente recente, mentre la sua provincia pud vantare un passato risalente addirittura alle origini dell’uomo.
Nella vicina (circa 20 kilometri) Sierra de Atapuerca, nelle Cuevas (caverne) scavate dall’Arlanzon sono stati trovati resti di ominidi conosciuti come i ‘primi europei’, piu scientificamente noti come “Homo antecessor”, eta tra gli 800.000 e il milione di anni. Piu “giovani” dei citati antenati rinvenuti nel Yacimiento Gran Dolina, i Preneanderthales che abitarono la Cueva Galera, vecchi soltanto 300.000 anni (con tracce documentanti il primo rito funerario nella storia dell’uomo). Da visitare, il recente centro multimediale che ad Atapuerca spiega meglio di tanti libri la nostra nascita e il lungo cammino verso l’attuale, cosiddetta civiltà. Ulteriori tracce della storia antica nella provincia di Burgos sono visitabili a Ojo Guarena (pitture rupestri), Cuyacabras (necropoli), Clunia, Tordmar e Banos de Valdearadas (un teatro, un ponte e un bel mosaico dell’epoca romana).
Le vicende storiche di Burgos risulterebbero comunque dimezzate, e il citato fascino della citta alla sola pronuncia del nome cesserebbe di esistere, se nella seconda meta dell’XI secolo non fosse apparsa la mitica e leggendaria, non meno che coraggiosa e combattiva (quasi sempre dalla parte cristiana) figura di Rodrigo Diaz de Vivar, El Cid Campeador(dall’arabo Sidi, signore e grande guerriero). Nato nel 1043 da nobile famiglia a Vivar (una decina di kilometri a nord di Burgos), il futuro Cid fu al servizio di re Fernando I ma venne esiliato dalla Castiglia per essersi intromesso nelle lotte tra i due figli del re. Dopo avere disinvoltamente messo la sua spada anche a disposizione dei Moros (situazioni peraltro non eccezionali nella Spagna medioevale dagli incerti confini), Rodrigo Diaz cavalco la tigre, o per meglio dire, divenne l’anima della Reconquista con mitiche battaglie e vittorie culminate nella conquista di Valencia (1094). Se i fatti d’arme non bastavano, a rendere Ei Cid immortale ci penso un anonimo poeta del ‘200 con il poema El Cantar del Mio Cid che tenne a battesimo la lingua spagnola o castellana.
Esaltata dalle vicende del Cid, forte del ruolo di capitale e arricchita dai traffici e dal commercio dei panni di lana, Burgos godette un grande benessere economico per alcuni secoli. Tanta ricchezza era in gran parte dovuta alla posizione geografica della citta, all’incrocio del Camino de Santiago (congiungente l’Europa occidentale alla Finis Terrae della Galizia) con la strada che sull’asse nord-sud collegava il centro della Spagna al mare Cantabrico e quindi, in nave, al nord Europa.
Con la Scoperta dell’America comincio la decadenza di Burgos (e delle altre citta della Castiglia y Leon, un tempo la Vecchia Castiglia): i suoi abitanti, carichi di gloriosi ricordi, preferirono la tenace e silenzio vita del contadino invece di tentare l’avventura come tanti Conquistadores di altre regioni spagnole. Niente follie, nemmeno a tavola, ancorche il livello di vita sia da molti anni notevolmente migliorato: il casteiiano privilegia i sapori forti, decisi, ma soprattutto genuini in grado, durante i rigidi mesi invernali, di fornire benefiche calorie. Ottimo il Cordero Lechai (agnello, si raccomanda della razza Churra) ovviamente arrosto (specialita regionale), tipicamente Burgalesas la Olla Podrida (una robusta minestra invernale con verdure e quanto si puo ricavare dal maiale) e la Morciiia (sanguinaccio), i fagioli rossi, e soprattutto, tra tante pecore, il Queso de oveja (formaggio pecorino).
LA VISITA
La Cattedrale
Emozionante ammirarla, rappresenta uno dei massimi esempi del gotico e costituisce il gioiello della citta. Nel 1984 e stata dichiarata dell’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanita. Eretta su un’antica chiesa romanica (prima pietra nel 1221) da re Fernando III di Castglia, con l’assistenza del vescovo Mauricio, e per dimensioni la terza cattedrale della Spagna (a croce latina, misura 84 metri per 59). La costruzione delle strutture principali, le
navate e i chiostri, richiese una quarantina d’anni di lavori (la cattedrale fu consacrata nel 1260), ma ne occorsero dieci volte di piu, tre secoli, per cesellare l’esterno con nicchie, cuspidi e guglie merlettate, e per completare e arricchire progressivamente l’interno con altari, cappelle, monumenti, sculture, Retablos. Una durata dei lavori forse eccessiva ma da considerare positivamente perche permise a molti artisti di esibire la loro maestria nei tanti stili che contrassegnarono la storia dell’arte in Europa: gotico, rinascimentale, barocco, persino il neoclassico.
La facciata (opera, con le due stupende torri laterali, di Juan de Colonia a meta del XV secolo) colpisce per la maestosita e lo slancio verticale che rende leggera la suddivisione in tre zone orizzontali (quella la inferiore con tre portali, al centro il rosone in un’ampia arcata, in alto slanciate nicchie con statue). Come commentato, ogni stile e ogni secolo, dal XIII al XVIII, sono presenti in questo splendido monumento. I portali delSarmentale de la Coroneria o de los Apostoles esprimono il miglior gotico del XIII secolo. Il chiostro in gotico-fiorito risale al XIV secolo. Alla meta e alla fine del ‘400 appartengono la splendida Capilla del Condestab/e, la Capilla de la Visitacion, la Capilla de Santa Ana con una stupenda pala d’altare di Gil de Siloe (1492) e il coro. La plurisecolare rassegna di opere d’arte si chiude con il barocco (volte di stucco e altari rococo) della Sacrestia (1765), dopo aver ammirato le opere rinascimentali che nel XVI secolo conferirono ulteriore importanza alla cattedrale. Immensa la bellezza della Escalera Dorada, Scalone Dorato a doppia rampa (Diego de Siloe, 1523) collegante una navata alla Puerta Alta (attualmente chiusa), notevole la cappella funeraria de la Presentacion (1520) con il soffitto intagliato e la tomba in alabastro di Ponzalo de Lerma. Dello stesso secolo (1539), nel transetto, sovrasta il sarcofago del Cide di sua moglie, Dona Jimena, una splendida Linterna di Juan de Vallejo (cupola a stella su quattro grandi pilastri, con le immagini di santi e personaggi biblici).
Il Monastero de las Huelgas
Fu eretto su volere del re Alfonso VIII nel 1187 in stile gotico-cistercense sull’area di un palazzo dedicato A las Huelgas delRey (piaceri, ricreazioni, passatempi del re).
La Sala Capitolare (XIII secolo) costituisce il miglior esempio dello stile cistercense in Spagna (curiosita della storia moderna, durante la Guerra Civile fu sede del primo consiglio della Falange). Nel Panteon Real, tre navate del primo gotico e cinque cappelle absidali, e esposto il Pendon (stendardo) conquistato ai Moros durante la battaglia a Las Navas de Tolosa (1212), decisivo momento della Riconquista. Incantevole il chiostro con cappelle testimonianti l’intreccio di vari stili: dal romanico al Mudejar in versione almohade e almohade-andaluza, con Retablos rinascimentali e barocchi. Da non perdere, il museo de Ricas Teias (Tessuti Medioevali) con capi di abbigliamento, gioielli e quanto rinvenuto nelle tombe reali e meravigliosamente recuperato.
La Casa del Cordon
Cosi chiamata per il cordone francescano che incornicia la bella non meno che semplice facciata a mo di architrave, congiungendo stemmi e insegne nobiliari. Alla bellezza dell’edificio, ordinato dai Connestabili di Castiglia a Simon de Colonia nel 1482 -e tuttotora in stato di ottima conservazione- si aggiunge la sua importanza storica. Nel 1497 i Reyes Cato/icos vi ricevettero Cristoforo Colombo al ritorno dal suo secondo viaggio in America. Nel 1526 Carlo V lo trasformo nella prigione di Francesco I di Francia, catturato durante la battaglia di Pavia. Molto interessante il patio in stile rinascimentale, visitabile durante le ore di ufficio (la casa e sede di un istituto di credito).
L’Arco di Santa Maria
Nel medioevo porta principale di accesso alla citta. Molto bella l’ultima ricostruzione di Francisco de Colonia e Juan de Vallejo (1534) in onore di Carlo V (la sua statua appare al centro della facciata, contornata da quelle del Cid, di nobili locali e sormontata, nella nicchi superiore, dalla Madonna con Bambino). Nell’interno -bei cassettoni e decorazioni Mudejar in gesso- fino al XVIII secolo si riuniva il Consejo di Burgos, oggi e ospitato il museo della Farmacia.
La Cartuja de Miraflores
Monastero gotico voluto da Juan II per i certosini nel XV
secolo e convertito in Cartuja (Certosa) da Isabella la Cattolica come Panteon Real dei genitori, Juan II e Isabella del Portogallo (splendide le tombe attribuite a Gil de Siloe). Nella chiesa, in stile gotico-isabelino, si ammiri un Retablo (pala d’altare) policromo con scene della vita di Cristo, anch’esso di Gil de Siloe, dorato -secondo la leggenda- con il primo oro giunto in Spagna dal Nuovo Mondo.
La chiesa di San Esteban
Pregevole gotico dell’ultimo quarto del XIII secolo, con una interessante facciata con torre, un interno a tre navate con cappelle in stile rinascimentale, un bel rosone e il chiostro. Vale la visita soprattutto per l’importante il museo dei Retablos (pale d’altare), unico in Spagna.
La chiesa di San Nicolas
Dietro alla cattedrale, gotica del ‘400, interessante l’austera facciata con un portale finemente scolpito. Va visitata per la totale bellezza -sull’altare maggiore- del magnifico Retablo (1505) di Simon de Colonia, un eccellente esempio di gotico fiorito, scolpito in alabastro, in onore di San Nicola di Bari.
La chiesa di San Gil
Interessante edificio gotico (XIII secolo) a tre navate e transetto con belle cappelle laterali. In quella del Santissimo Cristo si ammira un bel crocifisso gotico e dello stesso stile e il Retablo nella cappella della Buena Manana. Dipinti gotici, rinascimentali e tombe nelle cappelle de la Visitacion, de los Reyes e de <^T-$J W]XAq$fc>la Natividad.
Il Castillo de Burgos
E’ segnalato soltanto perche dallo spiazzo, il Mirador, antistante i resti del castello (era gia malmesso nel giugno del 1813 quando venne distrutto dalle truppe di Napoleone) si gode uno splendido panorama della citta, con le guglie della cattedrale quasi a portata di mano.
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