Dagli “Appennini alle Ande” il racconto mensile forse meno sfigato del Cardiaco libro del De Amicis …. gli altri racconti, ohèi, al 92,3% finivano con morti, ovviamente male, e meglio se a decedere erano i parenti stretti (“Enrico, tua mamma è morta…” ma vaffanculo…) roba che, solo fanciullo ma già al corrente dei decessi propinati dal Nostro, con una mano giravo le pagine e con l’altra mi toccavo le imberbi palle. Ma, ad ogni buon conto, a sistemare il De Amicia ha già pensato Umberto Eco col magnifico “Elogio di Franti”. Quanto a me ….
Più modestamente (epperò anche meno sfigatamente) chi scrive propone “Dal Po di Ro (quello senza Acca in mezzo) al Lac de Comm (nel senso di Como)”. Laddove da Ro Ferrarese mi sono trasferito a Como, mediante blitz in giornata (!), per festeggiare il Gianni Clerici (quanti anni? curiosi: può ancora giocarli al Lotto….).
Un’amicizia che come le ditte chic e i sarti di moda definirei geograficamente con “Milano – Seul – Santiago del Cile”. Milano, in quanto sede di qualche torneo di Tennis pronubo del nostro sodalizio. Dopodichè, a Seul, durante un Corea – Italia di Coppa Davis il Gianni compie gli anni e dal balcone di un ristorante sede dei doverosi festeggiamenti gli dedico un “Granada” a dir poco “milagroso”. Sia perché arrivai alla fine, sia, anzi soprattutto, perché nella piazza sottostante, sotto un diluvio della madonna si radunò una folta moltitudine di miei fans che esplose in un delirio di battimani (roba che il Placidodomingo se la sognava …. vabbè, a Seul…).
A Santiago del Cile (dicunt gli spagnoli, “con motivo”, la finale di Coppa Davis, quella, per capirci, demonizzata dal piccì per motivi politici, il Pinochet etc etc) la vicenda si rivelò invece più (almeno nominalmente) sexy che canora. Per farla breve, una bella giovane, Soledad, si autoproclamò Accompagnatrice Ufficiale della nostra Spedizione Tennistica, solo che, era così bella che sia io che il Gianni (più tutto il resto della colona tennistica italiana dormiente al Santiago Sheraton San Cristobal) si pensava di farle la festa (e tra gente di mondo non virgoletto). Per capirci, si era un pò tutti arrapati, stante anche il passaggio dalle brume milanesi all’estate australe, eppoi quella vicenda dei Kilombos, qui chiusi da tempo ma colà ancora aperti (laddove poi ti poteva capitare di passarvi la notte per via del Toque de Queda, il coprifuoco, una mancetta e meglio il casino che una pallottola…).
Resasi conto del grave rischio incombente, Soledad ricorse a uno stratagemma che dire furbo al quadrato è poco. Annunciato a me e a Gianni (e qualche altro concorrente, ricordo un arrapato concorrente, dentista in Roma) che forse forse potevamo anche piacerle, ritenne però doveroso metterci al corrente di un dettaglio.
E ci porse un foglietto. Nel quale l’Università di Santiago del Cile, facoltà di Medicina, Gabinete de Dermosifilopatica, rendeva noto che la señorita Soledad blablaba era (diciamola sportivamente) titolare del cosiddetto Mal Gallico. E fu così che avvenne quella che i grandi marescialli dell’Italia mussoliniana nella Guerra in Russia definirono Ritirata Strategica.
Senza, però, che gli storici ci abbiano mai info se Soledad era davvero così malmessa quanto a spirochete (o quel che l’è) oppure s’era inventata una strategia che dira Geniale è poco… .
Ad ogni buon conto, Grande Soledad!
E Buon Compleanno, Gianni!
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