“APRILE NON TI SCOPRIE”… NON NEL PERNAMBUCO (GITA IN BRASILE)….

PERNAMBUCOAllora…. se si parla di abbigliamento, è ben noto il detto “Aprile non ti scoprire, Maggio va adagio…”. Un premuroso suggerimento che però sa di antico, datosi che, ormai, stante il progressivo riscaldamento del maltrattato Orbe Terracqueo, in Aprile i milanesi correranno a rinfrescarsi mediante qualche bel tuffo nelle cerulee acque dell’Idroscalo.
Ma Maggio? Preso atto, e ringraziando per l’attenzione, del suggerimento “Va adagio”, non so ancora dove andrò durante questo mese religiosamente dedicato alla Madonna (ma dicesi anche – non chiedetemi, però, il perché – che è “il mese degli asini” ancorchè io non sia d’accordo: in Maggio, ad esempio,  è nato mio fratello, un bravo prof universitario…).
Posso quindi segnalare soltanto la mia programmazione viaggiatoria di Aprile (per la serie “Mai fermi!”, perché sarà anche vero che si dice “Aprile dolce dormire”, ma penso pure che sia da coglioni arrivare a un’età avanzata e buttar via quel che resta del tempo restando in città con la mogliera e i soliti amichetti).
brasile salvador bahia ridAllora. Nella prima parte del corrente mese comincio con una bella gita pasquale lungo il latino Padus, mèta finale quella Ro Ferrarese che (grazie al mai troppo lodato nonché generoso senso dell’ospitalità romagnolo-emiliana del mè amìs Nicola) ormai da quel tempo costituisce il mio Buen Retiro agostano (, mica sono così pirla da finire ad ascoltare le querimonie di sciure bresciane che, all’ombra dell’adiacente, torrido ombrellne, lamentano l’eccessivo costo delle colf a ore moldave).
Pasqua a Ro (vabbè, è il posto di Sgarbi, ma si sa che, oltre a nessuno, anche ‘niente è perfetto’) pertanto. E quel Ferrarese che segue il toponimo Ro garantisce che una delle più intriganti e colte (se non la più) città della provincia italiana è a portata d’auto (appunto, una dozzina di km). Né, superato l’adiacente Po, è distante (come Ferrara) la polesana Rovigo, dopodichè  se ti gira cucchi un treno e in 1 h sei in centro a Venezia (evitando di far code a parcheggiare l’auto nel sùk di piazzale Roma).
Tornato a Milano da Ro, giusto il tempo di verificare se l’Atm prosegue nella mai troppo  lodata politica della simpatia e dell’interesse cittadino proclamando scioperi durante importanti manifestazioni (che portano danèe e pierre al Belpaese) dopodichè me ne vo.
E stavolta mollo le (vabbè, come già detto, nessuno, nemmeno un fiume, è perfetto) limpide acque del Po e vado in riva all’Atlantico. Oltretutto dall’altra parte dell’oceano caro al xenèse Cristòbal Colòn (il cui importante tesoriere, in quel di Siviglia – non per sciorinare cultura bensì solo perché parmi info curiosa e interessante – fu, per la cronaca, fray Gorricio da Novara).
La mia seconda gita d’Aprile ha infatti come mèta il Pernambuco, uno dei 26 (se ho letto bene la mia “Bibbia geografica”, il Calendario Atlante De Agostini) stati, capitale Recife, della Republica Federativa do Brasil  le cui dimensioni (vedi la sullodata pubblicazione) sono a dir poco impressionanti (per Brasile, contrariamente a quel che credono i soliti turisti chic, non si intende soltanto Rio, Copacabana, la samba – che poi è ‘il’, al maschile -, e la caipirinha….).

o

O maravilhoso futibòl brasileiro… (giovane della torcida del Gremio, sud del Brasile….) ….

In gita (“conquistata” mediante sorteggio durante una “cena/stampa” organizzata nello scorso inverno a Milano da Meridiana e Turismo del Pernambuco, ogni tanto un po’ di culo non guasta) in uno dei pochi angoli del Brasile a me sconosciuti. Per meglio dire, Recife l’ho già vista, ma solo ‘dall’alto’ (più breve stop nel suo aeroporto) in occasione di un volo Rio/Manaus che durò più mezza giornata prevedendosi scali variè (parlo della preistoria turistica) mentre stavolta, vivaddio, volo “diretto” con Meridiana” da Malpensa. Poco conosco, come detto, del Pernambuco, ma posso proclamare fin d’ora che me encantarà (muito) la coloniale Olinda (fu a lungo occupata financo da quei baloss degli olandesi, grandi viaggiatori ante litteram) una delle città più storiche do Brasil (un terzo è soggetto a tombamento, tutela del patrimonio artistico) tant’è che è stata la prima cidade di quell’immenso Paese a divenire Capital Brasileira da Cultura.
Beninteso, oltre a Olinda visiterò altre località del Pernambuco, opportunamente istruito e guidato da Carolina Ramalho, executiva della Empresa de Turismo de Pernambuco, l’ente che in collaborazione con Meridiana  promuove lo sviluppo turistico di questa poco notam ma ricca di storia, regione nordorientale del Brasile.
Dopodichè, doverosamente, provvederò a narrare il tutto alla mia querida aficiòn lettrice di Mondointasca. Adeus…..   

per mondointasca.org