Flash back sulla vicenda dei Viaggi Sportivi (nel senso di Calcio) di cui al delicato contesto di biglietti di ingresso, bagarini, tour operators ‘esosetti’ e una Juve forse affamata oltremisura. La rabbia dei tifosi per i costi di trasferta e biglietti: “vergogna, non si lucra sui tifosi…”
Ci risiamo … la Juventus va in finale di Champions League, 6 giugno a Berlino (e a tale proposito: Visca el Barça! forza Barcellona! imperocché essendo nato a Torino ma grazie a dio sulla sponda granata del Po, eppoi convertito al bauscismo nerazzurro dal Grande Helenio Herrera – divo massimo del Credo Antigiuve -, alla faccia del gobbo juventino che mi volesse accusare di carente italianità preciso non solo che a me l’idea storica di Italia piace, ma mi riferisco a quella dei Comuni eppoi delle Signorie, mentre quella attuale non mi entusiasma, e se solo si parla di un possibile triplete bianconero faccio ipso facto le corna e mi tocco, a difesa dei tre grandi – e che eternamente restino ineguagliati – trionfi dell’Inter di soltanto 5 anni fa … tutto chiaro?).
La Juventus va dunque in finale della ex Coppa dei Campioni, e che succede? Lascio la parola al “Corriere della sera” (venerdì, 22 maggio, pag. 54)….
“Verso la finale … Caccia al biglietto … i prezzi sono alti, i tifosi protestano sui social network … Rabbia e proteste da parte dei tifosi della Juventus per i disservizi tecnici e i costi elevati … ieri nei primi giorni di vendita ai 27.000 abbonati dei 19.500 biglietti per la Finale di Champions League … l’elevato numero di contatti ha mandato in tilt, pochi minuti dopo il via all’offerta delle 12, il sito www.berlino2015.it messo a punto dal tour operator Francorosso Italia … Il servizio è poi ripreso nel tardo pomeriggio ma i problemi tecnici non erano ancora risolti … I tifosi bianconeri si sono così sfogati sui social network in particolare per la decisione di vendere i biglietti (tre fasce di prezzo: 280, 160 e 70 euro) obbligatoriamente insieme al viaggio in aereo (800 euro) o bus (360 o 260 euro) … “Vergogna, ladri, non si lucra su noi tifosi” è uno dei messaggi postati, e sono molti quelli che rimpiangono le vecchie file ai botteghini”.
Così dixit il Corriere… .Da cui si evince che Madama (così è nota la Juventus senza ulteriori dettagli sulla facilità dei suoi costumi) c’è ricascata, ha nuovamente (dicono gli spagnoli) metido la pata, nel senso che è stata cuccata (o quantomeno accusata) di marciarci (colorito sinonimo di approfittarsi, e aggiungo oltremisura) sulle risorse economiche dei suoi aficionados (i succitati gobbi noti anche come drughi).
Perché, come accortamente precisato nella Bibbia, nihil sub sole novum, non accade niente di nuovo sotto il sole, avendo la Juve già dato (abbondante) dimostrazione di attaccamento alla (allora) lira. E qualcosa ricordo, da bravo (e lo ero per davvero) cacciatore di biglietti (una sorta di White Hunter e non solo di quelli calcistici) per la mia bottega di viaggi organizzante gite identiche a quella della Juve il prossimo 6 giugno. E chissà che i 1063 biglietti da me reperiti per altrettanti supporters bianconeri (Amburgo – Juventus, finale di Coppa dei Campioni, Atene 1983, non costituiscano un record forse imbattibile). Mica facile andare a cuccare i “preziosi taglianti” nei più disparati posti d’Europa, e talvolta anche più in là, perché a me mica me li passava la società calcistica, che, per dirla con Govi, dai biglietti vuole la sua convenienza …. nel dubbio si legga ciò che non esclude il Corriere….).
Equi giunti torno indietro di trent’anni e ripubblico quanto – appunto sei lustri fa – scrissi a proposito delle trasferte balompediche (segnalando che, già allora, si erano un filino guastate … )….
….“A titolo di commento e per quanto riguarda la mia esperienza, i Viaggi Sportivi sono cambiati. In peggio. E a farli cambiare (in peggio) è stato il criterio di distribuzione dei biglietti (il cui difficile quando non impossibile reperimento rende questo tipo di viaggi una delle più difficili specializzazioni, se non la più difficile, del turismo outgoing). Ai miei tempi la vendita dei biglietti era “liberalizzata” e chi alzava le chiappe, andava a cercarli ed era più bravo a trovarli vedeva premiata la sua professionalità (ricordo un Juve-Amburgo ad Atene, 1983). Con la tragedia dell’Heysel (29-5-85) si decise che la gestione dei biglietti spettava alle squadre cosicché la professionalità, l’alzare le chiappe, l’expertise del tour operator etc etc andarono a farsi benedire.
Nacque invece un business della madonna gestito direttamente dalle squadre, dagli sponsors etc etc (nel cui business i tours operator poco c’entravano, sempre che non esistessero altre forme di rapporto, vedi un famoso striscione esposto anni fa al Bentegodi di Verona e recitante “Juve puttana ti vendi alla Ventana”…). È pure accaduto, poi, che alcuni Clubs di tifosi (con i biglietti forniti dalla squadra “tifata”) si sono trasformati (noleggiando charters, prenotando alberghi e riservando transfers) in tour operators talvolta ben più bravi di quelli professionisti” (chapeau). Insomma, un bel casino, nel quale il tour operator poteva solo trasformarsi in bagarino senza potere più contare su capacità e professionalità”.
È passato tanto tempo (diceva Humphrey Bogart / Ricky in “Casablanca”…..) eppur continua a riecheggiare “Juve …. Madama …. ti vendi alla Ventana” (o giù di lì…).
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