Ogni tanto (e per fortuna) si incontrano personaggi che sembrano compenetrati nel territorio in cui vivono. È il caso di un fantastico “Profeta” bergamasco che vive la sua città in maniera totale, continua, con passione inscalfibile.
nella foto di copertina: Bergamo Alta, piazza Vecchia, il giovedi Grasso del febbraio 1567 vi si svolse una corrida….
Bergamo (ça va sans dire, quella Alta) è magnifica e Paolo Moschini è il suo Profeta. Dopodiché, breve inciso per una precisazione e un’informazione. Precisazione. Nonostante quanto accade nel Belpaese (gente corrotta, non parliamo poi i politici – l’ha detto il ‘Presi’ Napolitano – mazzette, do ut des, e quanto agli scribi, lodi sperticate per 3 tartine e 2 spumantini, quando non finti articoli redazional-venduti invece come libera espressione del pensiero); nonostante tutto ciò la encomiante narrazione che segue non costituisce una vile “marchetta” (in gergo scribacchino un prezzolato scritto ‘di scambio’). Sono ‘pulito’, eppoi, fosse solo perché i ladroni sono ormai tanti e si divorano gran parte della merenda, ai pochi onesti rimasti di lira gliene è restata poca (non parliamo poi nel turismo) e il Paolo mi sembra davvero una persona onesta.
Dal Po alle Prealpi Orobiche
Informazione. Moschini, origini piacentine pertanto “extracomunitario” – tali sono ‘tutti gli altri’ per i locali, discendenti celti in un posto che in tedesco fa Berg (montagna) e Heim (casa) – è un signore che, dopo un non escludibile patteggiamento con Madrenatura, in cambio di parecchia intelligenza rinunciò giudiziosamente a efebiche fattezze (pare proprio un orco, e di quelli ingombranti, però buono e soprattutto allegro). Dopodiché, munito della acquisita materia grigia e di entusiasmo debordante (al physique du role abbina infatti robusta fame: anni fa, un mattino infilatosi in una pasticceria di Lourdes si pappò un breakfast di non meno di 30.000 calorie), il Paolo traversò il Po per divenire una sorta di (cultural-turisticamente parlando) Deus ex Machina della Berghem Acropolis.
Paolo da Uno a Cinque
1. Novello Colleoni conduce un attivo Gruppo Archeologico.
2. Oltre che nell’Archeo-Logico il Nostro è coinvolto pure in un non meglio identificato Archeo-Cibo (misterioso ma per certo pantagruelico).
3. È agente di viaggi nonché tour operator (ovvio ascendente, ‘gite archeologiche’) con bottega dal magnifico nome (almeno per il qui scrivente ispano mane) copyright di Calderòn (“La Vita è un sogno”) sita proprio di fronte alla casa natale di Donizetti, in quel Borgo Canale che più Berghem de Sura di così, non si può.
4. Sa (molto) di Storia & di Musica, in una dotta conferenza ha spiegato che la musica del suo suesposto ‘dirimpettaio’ accompagnò l’ingresso di Garibaldi a Palermo.
5. Ha “inventato” le Hostess e gli Steward “urbani”.
Paolo da Sei a Dieci
6. È Demiurgo, ideologo e istruttore delle Guide Turistiche de Berghem.
7. Organizza, promuove, realizza i Tour del Mistero (da primavera ad autunno, sapiente giro serale lardellato di info di storia, architettura e arricchito da aneddoti e animazione, un paio d’ore davvero intriganti).
8. Revisionista storico invita ad audaci (nella Bergamo ‘Anticamera del Vaticano’!) ricordi, tipo (in preparazione) un itinerario lungo i merliniani casini locali (di cui uno, giura il Deus ex Machina, era riservato ai preti).
9. Produce rievocazioni storiche, ultimo parto “Le 5 Giornate di Bergamo”, savoiardi contro le truppe dell’Imperial Regio Governo (e Paolo mi ha garantito un posto da comparsa, vestendo nientemeno che l’uniforme del da me amato maresciallo Radetzky; sarà bellissimo).
10. In giro per la Upper Bergamo, preceduto da una disinvolta panza, non c’è essere umano (ma ho visto fargli le feste pure un bassotto e un cane lupo) che – cordialmente ricambiato – non lo riverisca; conosce tutti, apre portoni (ha le chiavi di quasi ovunque, e se non le ha, citofona) ti mostra nascosti monumenti, entra disinvolto in case nobili, botteghe, studi d’arte, osterie e bar (è financo amico – per mia somma gioia – del padrùn del mitteleuropeo Caffè del Tasso, eccelso elaboratore di Bitter Campari e mio correligionario nerazzurro, nel senso di Inter, perché anche l’Atalanta Bergamasca Calcio vanta identici gloriosi colori). Questo è il Paolo Moschini.
Bellezze architettoniche e antiche corride
Ma senza la magìa di Bergamo (Alta) sarebbe stata dura anche per il Paolo divenire Profeta di valide bellezze e intriganti vicende: provateci voi a diventare aedo, cantore di, con tutto il rispetto, Busto Arsizio o Catanzaro.
E voglio ben sperare che il colto lettore già conosca questa splendida Acropoli orobica, ‘must’ del turismo lombardo (quantomeno vi avrà fatto un salto prima o dopo aver volato Loucost dalla vicina Orio al Serio). E se mai qualche provvisorio illetterato non conoscesse ancora Bergamo Alta, anticipo i nomi di varie chicche da ammirare (meglio, ça va sans dire – e stranamente lo suggerisco senza attendermi tangenti – se ci va guidato dal Paolo). ‘Highlight’ la trecentesca eppoi venexiana piazza Vecchia e dietro il Palazzo della Ragione la piazzetta del Duomo: viene il torcicollo tante sono le bellezze da vedere (ivi compresi i resti di Bergamo romana, meditando alla vista delle plumbee canne del riscaldamento). Eppoi, passeggiando lungo il decumano, la casa dei potenti Suardi, la vicenda dei Thurn und Tassi/Taxis (da cui per certo le PPTT e forse pure le auto pubbliche), un convento dal bel quanto semplice chiostro, per non parlare di una nascosta Domus Mercatorum, una sorta di caravanserraglio (ma senza bestie) in salsa lombarda. E le carceri, il mercato del pesce, i bastioni con porta difesa dal mai troppo lodato Leon de San Marco. Ma nessuno è perfetto, talché il qui scrivente irriducibile ‘aficionado a los toros’ porta il Profeta Paolo Moschini nella piazza Nuova e lì giunto gli “insegna” che un giovedì Grasso del febbraio 1567 vi si celebrò un’emozionante corrida. di Musica, in una dotta conferenza ha spiegato che la musica del suo suesposto ‘dirimpettaio’ accompagnò l’ingresso di Garibaldi a Palermo.
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