1 CONTINENTE DI GHIACCIO
Un’avventura davvero speciale, dove il mondo finisce. Lo spettacolo dello scontro tra due oceani perennemente arruffati per via dei venti impetuosi: Atlantico e Pacifico. La scoperta del deserto più grande e più bianco del mondo
Visitare il Polo Sud è davvero un’avventura. Il sesto continente più meridionale della Terra è il luogo più isolato del mondo. L’Antartide è contrapposto all’Artide e comprende le terre e i mari che circondano il Polo sud. Una sensazione indescrivibile ammirare a perdita d’occhio un mare biancolatte di neve e nulla. Nel posto più freddo della Terra, dove non è possibile la vita umana, si trovano però le maggiori riserve di acqua dolce del pianeta: oltre 70 laghi situati a migliaia di metri sotto la coltre gelata.
Enormi piattaforme di ghiaccio
Vivere in un clima così ostile è pressoché impossibile per l’uomo. Solo alcune piante e animali si sono adattati a queste rigide temperature: pinguini, foche, muschi, licheni, funghi e molti tipi di alghe. Caratteristiche dell’Antartide sono le piattaforme, cioè enormi tavolati di ghiaccio dolce galleggianti o appoggiati sul fondo, ancorati alla terraferma, da cui si staccano periodicamente enormi iceberg piatti, di tutte le dimensioni, alcuni dei quali più lunghi di 100 km. Le due più grandi piattaforme di ghiacciodel mondo sono quella di Ross e quella di Filchner-Ronne.
La banchisa, che cinge l’Antartide per 10 mesi l’anno, raggiunge la massima estensione nel mese di novembre e quella minima nel mese di marzo, quando l’85% della sua massa si è ormai frantumata e dispersa in mare, formando quel che viene chiamato il pack.
Pieter Lenie, il Maestro del Ghiaccio
Cominciamo il racconto del nostro viaggio presentando Pieter Lenie, un signore piccolo di statura e con una barbetta bianca anticipata da una pipa eternamente accesa, trascorre gran parte della giornata a mirare il rincorrersi delle nuvole, il loro accumularsi e il successivo sfrangiarsi; a guardare montagne di ghiaccio, a osservare e misurare il vento. Attenzione, però, non si parla di un romantico sognatore perditempo. Pieter Lenie è nientemeno che l’Ice Master, il Maestro del Ghiaccio, un personaggio importante, una sorta di consulente – non si può navigare senza ottime conoscenze dei fenomeni meteorologici , oltretutto su mari in prevalenza agitati – e soprattutto un irrinunciabile esperto a bordo delle navi che dopo aver superato lo Stretto di Drake puntano sull’Antartide, il continente di ghiaccio: 14 milioni di chilometri quadrati spazzati da venti che a volte superano i 300 all’ora e fanno sprofondare la temperatura invernale fino a 70 gradi sotto zero.
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2 TRA ICEBERG E STAZIONI SCIENTIFICHE
In Antartide tra i repentini mutamenti d’umore degli elementi, le folgoranti trasformazioni di paesaggi. Vedute dai colori accecanti e montagne di roccia e ghiaccio somiglianti a mostri disegnati da Dorè. Negli iceberg racchiuse le tonalità verde e blu.
Prosegue il nostro viaggio alla scoperta del Continente di Ghiaccio. Stavamo navigando sulla Antarctic Convergence, il punto di incontro tra le acque dei due oceani a nord, a temperatura normale, e quelle gelide provenienti dai ghiacci dell’Antartide. Una vera e propria muraglia liquida, un confine biologico che isola il Sesto Continente dal resto del nostro pianeta. Finalmente, ecco la King George Island, la maggiore e più settentrionale isola dell’arcipelago delle South Shetland; quanti iceberg affiorano in prossimità delle sue coste! Doppiata la punta settentrionale dell’isola è tutto un susseguirsi di emozioni e sensazioni assolutamente nuove per il viaggiatore.
Le non eccessive dimensioni della nave permettono di entrare in baie e cale spesso anguste, tra ghiacciai dalla grandezza impressionante, in prossimità di Stazioni scientifiche di vari Paesi che, grazie soprattutto alTrattato Antartico stipulato a Washington nel 1959 ed entrato in vigore il 23 giugno del 1961, convivono in pace e con rapporti di buona collaborazione anche in periodi di turbolenza politica e sociale nel resto del mondo.
L’epopea dei primi scopritori
L’Antartide ha già una sua storia e in un certo senso, anche una sua archeologia, benché i relativi reperti siano antichi soltanto poche decine di anni. Si fa riferimento agli impianti per ricavare il grasso dalle balene, abbandonati dopo un’eruzione vulcanica sulla Deception Island, e alla capanna sull’isola Peterman, nella quale l’esploratore Carcot svernò nel 1909. Ma già nel lontano 1675 il mercante inglese Antoine de la Roche si era spinto oltre il Polar Front, al di là della Antarctic Convergence. Nel 1772 James Cook (dove non approdò questo fantastico navigatore, prima di finire mangiato a lesso nelle Hawaii?) nella sua prima spedizione superò il Circolo Polare, senza però avvistare il continente di ghiaccio.
Una cinquantina di anni dopo, nel 1820 l’esploratore Fabian Gottlieb von Bellinghausen fece di meglio del citato Captain inglese, circumnavigando l’Antartide e giungendo in vista della terraferma, raggiunta l’anno successivo, in differenti spedizioni, dagli americani Palmer e Davis.
Non restava che il Polo Sud, che resistette alla conquista fino al 14 dicembre 1911, a opera di Roald Amundsen, su slitte trainate da cani. Figurarsi lo scoramento dell’inglese Robert Falcon Scott il 17 gennaio 1912, nello scorgere la bandiera norvegese piantata soltanto un mese prima sul punto geografico attraversato dall’asse ideale su cui ruota le Terra. Tanta beffa ricevette comunque un premio di consolazione: la Stazione Scientifica degli Stati Uniti al Polo Sud porta il nome Amundsen–Scott.
Superata la barriera dell’ignoto, molti furono i navigatori che si spinsero all’estremo sud del pianeta Terra: nobili e militari animati dalla sete di conquista in nome del proprio sovrano o altro sponsor che fosse, geografi, cacciatori di balene, idealisti, avventurieri.
Una terra d’acqua “solida”
La caratteristica principale dell’Antartide – unico continente non delimitato da confini artificiali – è il tempo, la cui incredibile inclemenza (salvo la pausa dell’estate australe, il nostro inverno, con temperature accettabili) ha precluso l’esistenza di una popolazione indigena. E malgrado le apparenze, la sua superficie costituisce uno dei più vasti deserti del mondo, con precipitazioni che all’interno non raggiungono i 50 millimetri annui, assai meno che nel Sahara.
Nell’Antartide è accumulato il 90% del ghiaccio esistente sulla Terra, corrispondente al 70% delle riserve globali di acqua dolce. Se le banchise dovessero sciogliersi il livello dei mari salirebbe di 60 metri, sommergendo metropoli come New York, Rio de Janeiro, Calcutta, Napoli, Bombay, Buenos Aires, Los Angeles.
La glaciazione antartica è relativamente recente, fatti i dovuti raffronti con l’età del nostro pianeta: 20 milioni di anni. Molto tempo prima, circa 200 milioni di anni, l’attuale regione polare meridionale faceva parte di un unico, enorme continente chiamato Gondwana, comprendente il Sud America, l’Africa, l’India, l’Australia e la Nuova Zelanda. Movimenti tettonici hanno spostato l’Antartide in quella scomoda posizione che la rende fredda e inospitale, ma le permette contestualmente di costituire un’immensa, potenziale riserva contro la sete della Terra, una sorta di ultima spiaggia.
Assenza di vita umana in uno spettacolo meraviglioso
Flora e fauna, fatta eccezione per la parte costiera ove abbondano animali marini, sono pressoché inesistenti all’interno del continente. Curiosamente, tra gli scarsissimi abitatori figura una mosca senza ali, e quanto alla flora si segnala l’esistenza di un lichene, le cui tracce sono state riscontrate a soli 400 chilometri dal Polo Sud.
Chi non è uno scienziato, uno studioso, un ricercatore, resta semplicemente affascinato dalle bellezze naturali, quasi dimenticando il privilegio di essere arrivato a certe latitudini con le comodità del viaggiatore dei nostri giorni. Niente di male, comunque, se chi scruta l’orizzonte ghiacciato dal ponte della nave (confortato da un comodo piumino e dotato di un potente cannocchiale) si immedesima nei coraggiosi che affrontarono i rigori del clima e le insidie di un mondo sconosciuto. A creare questo irriverente stato d’animo contribuisce la sensazione che nei secoli i panorami e gli esseri che li animano non sono cambiati (in quante altre parti del mondo accade ciò?).
Ecco su scogli e ghiacciai i tenerissimi non meno che goffi pinguini: gliAdèlie con la mascherina nera sembrano agghindati per un ballo di Carnevale; i Chinstrap, dal musetto bianco e gli occhi contornati da un’elegante striscia di rimmel, potrebbero partecipare a una sfilata di moda;gli alti Emperor si muovono con l’alterigia di chi sa di appartenere a una razza superdotata. Quanto alle foche, non si disturbi la loro siesta goduta su iceberg, somiglianti a comodi sofà, in balìa della corrente. Verso il cielo, ipellicani affrontano la pesca quotidiana per il mantenimento della prole.
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