ALLA RECHERCHE (dei viaggi perduti…)

Non si vive di solo pane….

E’ passato tanto tempo…”, direbbe il Rick/Bogart in “Casablanca”… .
Tanto tempo, e se proprio non si parla del paleozoico giurassico poco ci manca. C’era ancora il telex e per compilare un voucher impiegavi mezz’ora sulla macchina per scrivere, con quel maledetto nastro rossonero (colori che mi sono sempre stati sulle balle ma solo per mera aficiòn calcistica…) che ti scarlingava fuori da quel fottutissimo marchingegnetto posto davanti a quel rullo che, appena lo rigiravi, gracchiava come un corvo. Povere, maledette, macchinette (e meno male che adesso c’è il uotsàp).
E’ passato tanto tempo….”, da allora, forse meglio (anche se sarebbe più saggio mai rinnegare nemmeno un secondo della propria esistenza) metterci una pietra sopra, olvidar, direbbero i miei amigos spagnoli. Oltretutto, invece di ricordare il Giurassico del Turismo (nel senso, ad esempio, della “Grandi Viaggi” e della “Turisanda”) sarebbe (molto) meglio  pensare (e aver pena) di quei genitori (ma, mica contenti, c’erano pure! i nonni) che (“lo dice” il ‘Corriere’) per far andare più veloci i figli/nipoti, impegnati in corse ciclistiche, li riempivano di intrugli devastanti d’amblè fegato & altre interiora variè. (Robb de matt… l’ava andava a fare la spesa, e, già che c’era, con il pane, la pasta, la scarola, e altri ortaggi, portava a casa pure un po’ di schifezze dopanti: e sembra – pure! – che la faccenda andasse di lusso, tutti zitti, ivi compresi alcuni dirigenti e organizzatori di giovanili corse in bicicletta).  

Piccione in MM fermata Wagner (pirla: ‘ciàpa su’ e vola in Andalusia…)

Ma così va il mondo, baby, e siccome aveva (proprio) ragione quel balòss dell’Andy Warhol a proposito della notorietà (durerà anche solo il breve spazio d’un giorno, ma sai che bello…) ecco che (precisa il quotidiano) la nonna impasticcava pressochè mortalmente il nipotino corridore per fargli vincere la volata di una corsa allievi in provincia di vattelapesca. Mah.
Da cui si evince che, tutto sommato, è meglio rispondere al richiamo di una (vabbè non ammaliante) sirenetta di nome Giorgio Zentilomo, il quale un bel giorno mi informa che “in un ristorante dalle parti di piazza Piemonte” si incontrano periodicamente signori & signore che scrissero il turismo milanese. Laddove si fa riferimento (soltanto) al secolo scorso (ancorchè non mi sarebbe dispiaciuto conoscere almeno un organizzatore del settecentesco, culturalissimo e intrigantissimo, Grand Tour, quello sì che era ‘viaggiare serio’, mica quel loucòst d’oggidì che pensano solo a non comprendere i pasti e a fare danèe con le commisssioni da shopping…).

E fu così che, pronuba la Sirenetta Zentilomo (fu manager alla aerea Sas, a quei tempi nota anche come Sex After Service) mi sono ritrovato da “Bruna e Sandro” (via Trieste, ‘zona Washington’, precisa il loro dèpliant, quasi per dare un tocco esotico – turistico al locale). Laddove per un esborso estremamente contenuto (12 euro 12, roba che se lo dico al mè amìs lìder maximo degli Accademici Cucinieri quello mi squalifica per non meno di 3 simposi effettivi di pappata…) ho mangiato, come dire, normalmente anzi benino:  oltre al vino, pasta, un più che dignitoso piatto di cotechino contornato, e ci sarebbe (pure !) stato un dessert, non senza la canonicamente irrinunciabile sgnappa. Grappa, per i non indigeni padani, ivi pertanto incluso il ritrovato Gaetano Bonavita, forse non l’unico deus ex machina della ‘fu’ Grandi Viaggi, ma per certo il più simpatico, e, soprattutto, umano (cazzo, ragazzi, ma quante arie si davano?…).

Cuccabile direttamente dal web (aaa occasione…)….

Con il sullodato manager della Grandi Viaggi alla mia sinistra, ça va sans dire che alla mia destra non potevo che far la conoscenza del Padrùn della Turisanda, quel mister Viganotti che solo le umane vicende esistenziali mi hanno impedito di conoscere in precedenza. In quel Istituto Italiano di Turismo & Propaganda fui infatti travèt dopo aver girato una bella fetta di mondo (in quanto non disprezzabile tour leader di gruppi, e fosse solo  per non rompermi le balle nella colta ma provinciale, quindi noiosetta Alma Ticinensis Universitas). E bravo il Viganotti, che (da quel che ho capito) mollò il sullodato tour operator quando il turismo – ohèi, sarò snob ma la penso così – cominciò a imbarbarirsi (mi sovviene alla mente – assente giustificato – il mio hermanito  Roberto, Cossa, Gran Demiurgo di ‘Vacanze’, che cuccò il momento giusto per mollar la bottega ai Latticini….).   

Dopodichè, al citato e goduto Amarcord mangereccio, last but not least, tèl chì il Bruno Colombo, estraente una business card tale da farmi sospettare che sia tuttora in ‘spe’, nel senso di Servizio Permanente Effettivo), e da quel che ho capito deus ex machina di ‘sta rimpatriata che sto tentando di narrare.

Miniguida “Dove mangiare in Spagna” (pure questa cuccabile dal web…)

Quanto al resto dei pappanti (ivi compresa balda presenza femminile, epperò negatami al mio tavolo), mi sembra (ma mi è parso “troppo più giovane” appetto alla Hors d’Age che pure lui si meriterebbe) di aver riconosciuto il Radice.
Mentre la mia (quasi) svampita memoria non ha ancora collocato bene, nell’antico Empireo dei Facenti Viaggiare, tale Maurizio di Lallo, che mi tampina proponendomi (sai che difficoltà a convincermi, come invitare un’oca a bere…) una bella gita in Albania.
In quel Paese delle Aquile, laddove (per la precisione a Aghios Saranda, in italico, Santi Quaranta) Galeazzo Ciano aerotrasportava le morose per intimi non meno che amorosi colloqui (e Benito, ancorchè suo suocero, lì ad abbozzare, come si conviene a ogni macho rumagnòl).
Ma, già detto, “E’ passato tanto tempo…”, eppoi, avrebbe aggiunto Kipling, “Questa è un’altra storia…”.

P.S. E bravi … bella, l’idea di questa agape amarcord … ma quanta saudade pensando al fuTurismo (lacrima…).
(per mondointasca.org)