Stati membri Onu e/o nel Calendario Atlante De Agostini)

Zurigo (in copertina: Federer, dalla Svizzera nel mondo… del Tennis…)

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SVIZZERA
Nel centro dell’Europa, è un Paese ricco (ancorchè sia lardellato di montagne poco produttive – solo piste sciatorie ma soprattutto tante mucche, stranamente non color violetto come nella pubblicità – e possa vantare un tipo di turismo lacustre ‘ancien règime’, non caciaroso, nessun ‘animatore’, un modo di viaggiare abbastanza superato). Quantomeno la Svizzera è ricca di tante lingue (ufficiali): ne può vantare ben quattro (o se si preferisce, 3 e mezzo: tedesca, francese, italiana e il meno noto e quasi misterioso romancio, una lingua che dovrebbe incuriosire di più).
Ciò premesso, la Svizzera, è vasta più di 41 mila kmq e conta 8 milioni e mezzo di abitanti, di cui un quinto nella capitale Berna (in versione ‘grande’), è inoltre conosciuta, e ammirata, in tutto il mondo anche per la bravura dimostrata nel lasciar perdere con la Swissair (in mezz’ora l’hanno fatta sparire, mica certe compagnie da decenni e decenni alla canna del gas…).
Agli Italiani, poi, la Svizzera è arcinotissima… . Chi vi è andato per lavoro o per turismo; chi a portarvi (e giusta gli ultimi obblighi dovrebbe averli dichiarati) i danèe risparmiati, evidentemente (sennò perché mai star lì a dover nascondere i conquibus tra le mutande?) non fidandosi dei politici del suo Paese (che pure loro avranno mandato colà i loro risparmi, vabbè a nome dei cugini..); chi, infine, va, o è andato, in Svizzera, soltanto per comprare le sigarette (e almeno anticamente, adesso è controverso, pure la benzina). Quanto all’unità monetaria svizzera, gira il Franco (stranamente stabile e ben valutato, forse per il serioso influsso calvinista del Paese anche se in alcune parti cattolico…) e, quanto al camparvi, eccellente (solita fonte, il “Calendario Atlante De Agostini”) il 2° posto nell’Indice di Sviluppo Umano.

Liaisons turistiche italo – svizzere….

Salvo il Guglielmo Tell (quello, per capirci, di arco, freccia, mela e soprattutto la testa del figlio) non sono molti i Vip, i personaggi storici nelle vicende della latina Helvetia (forse aveva ragione Brecht quando commentò “Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi”). Anche perché il Paese ha da sempre scelto di restare neutrale, salvo le famose Guardie Svizzere che difesero (1527) la Roma papalina dai Lanzichenecchi  (e il qui scrivente ce l’ha un pò su con quei soldatacci invasori, perchè, già che c’erano, un Sacco un flino più ‘deciso’ avrebbe dato una regolata a quei rumàn del menga….).
Epperò (la paix sarà anche piacevole, meglio, però, mantenerla tenendo oliato il parabellum…) se mai sfruculiato, il nascosto esercito svizzero saprebbe farsi valere, complici le citate, tantissime montagne (e quel di ‘difensivo’ che c’è dentro).
Ma, più pacificamente, passiamo al decoubertiniano sport elvetico, con quel Federer che vince sempre tantissimi tornei, eppure, ‘svizzeramente parlando’, morire che si incacchi una volta (mai spaccato una racchetta) e/o inviti gli spettatori a far casino. E ci fu pure un ciclista, Koblet, che mentre il Bartali (benchè cattolico), smoccolava, lui pedalava in grazia di dio, dopodichè, prima di vincere la tappa, tirava fuori il pettine e metteva in ordine la seppur rada capigliatura.
Quanto, poi, all’erotismo made in Switzerland, esauritosi con i film di 007 il sexappeal dell’elvetica Ursula Andress, le malelingue italiche commentino pure beffarde che gli svizzeri fanno l’amore soltanto il sabato sera. Solo che, per lungo tempo, e per vedere non più di un paio di belle tette al naturale, serotinamente i machos padani sfuggivano all’italica censura ‘democrista’ e andavano (o forse ci vanno ancora) nel Canton Ticino, a vedere filmini quasi osè.
Dopodichè, se mai qualcuno raccontasse la beffarda barzelletta della differenza tra uno svizzero e una mucca in una foto, chi possiede un minimo di memoria ricordi che, oltre ad aver ‘naturalizzato’ Einstein, ospitato Charlie Chaplin e dato i natali al calvinista Rousseau (Ginevra), la Svizzera fu sede della Società delle Nazioni (oggi Onu), da sempre della Croce Rossa (pare giusto, l’aveva inventata a San Martino & Solferino il ginevrino Henry Dunant) nonchè del Comitato Olimpico. E a Lugano e dintorni hanno puntualmente accolto chi in Italia non era tanto d’accordo con il governo di turno (“Addio Lugano bella”…. ma mica solo anarchici antiumbertini, pure antiaustriaci – per info citofonare Carlo Cattaneo – e antifascisti).
Quanto all’appeal di panorami e paesaggi svizzeri, infine, oltre alle banche (che giustamente si fanno solo i fatti loro senza dover pensare a ingrassare amichetti e politici) tanti, anche, i cioccolatai (una volta alla frontiera il Lindt e/o il Suchard te lo ciuffavano dicendoti che ne avevi comprato troppo). E sempre in Svizzera abbondano ottimi orologiai (nel Belpaese ti laurei e ti regalano il Rolex, ma ci sono tantissimi altri misuratori del tempo, made in Switzerland… tant’è che si usa dire “Puntuale come un orologio svizzero”…).
Resta forse il fatto che, di cose, in Svizzera, preferiscono forse farne poche, ma bene. Non può pertanto stupire la perfida (e dagli Svizzeri odiatissima) arcinota battuta – quella dell’orologio a cucù – pronunciata da Harry Lime / Orson Welles a Holly Martins / Joseph Cotten, nel “Terzo Uomo”…. .