GPB MANOLETE (DELLA MUTUA)….

Ebbene, sì, “Chi si loda si imbroda”, recitava un saggio (come tutti i detti popolari) refrain a proposito di coloro che, vabbè, vanitosamente, propagandano oltremodo la loro grandeur (e pertanto, come loro protettore, non possono scegliere altri che San De Gaulle).
Quanto a me, ri-ebbene, sì, lo confesso! Per la serie: “Nessuno è perfetto” sono stato (anche) torero.
E se proprio dovessi cercare una attenuante (con tutti quei puristi in giro, che prima predicano l’amore per le bestie poi vanno al restaurant e ordinano una fiorentina di 4 etti, quasi che il vitellone si fosse suicidato….) sono stato (anche) torero, ma solo per poco: giusto il tempo di essere preso per il culo dai consoci del Club Taurino milanese. E, soprattutto, ça va sans dire, ancorchè superfluo, lo sono stato (torero) assai ingloriosamente.
Tutto accadde durante una gita sociale, perché, clamoroso al Cibali!, a Milano ‘vi fu’ (o, chissà, forse c’è ancora), un club di aficionados taurinos, nel senso di quelli che vanno, scientemente, non meno che frequentemente, alle corridas e lì giunti non si limitano a bofonchiare il canonico “Olè” (anzi: discettano, alla pari, con pamplonicas e sevillanos).
Meta della gita, Nimes. Perché (e quantomeno posso vantarmi di donare una info chicca ad almeno a 2 dei miei 4 lettori), generalmente si pensa che la cosiddetta Fiesta Nacional  abbia luogo soltanto nei Paesi di habla castellana, quindi in España (non definendo corridas quegli  spettacoli, vabbè, un filino strani, celebrati nel Portogallo).
Accade, invece, che anche a nord dei Pirenei, pertanto nel sud della France, si celebrano corridas con tanto di aficiòn taurina che pertanto invece di quello di Manolete parla l’idioma di (rieccolo, pensionata Marianne, ormai, nell’Hexagone, c’è solo Lui) De Gaulle.
Da cui si evince che il mundillo de los toros officia i suoi riti non tanto lontano dal Belpaese (per non parlare di un paio di corridas ‘celebrate’ in Italia negli anni ’20, una alla Arena di Milano).
Ad esempio, un curioso abitante di San Remo che volesse assistere a una corrida non dovrebbe guidare l’auto per qualche decina di minuti, dopodichè si ritroverebbe (bellissimo, ad esempio, la Plaza, anzi, le Arènes nella romana Nimes) ad esclamare il canonico “Olè”.  
P.S.  E fu proprio durante una balda visita ai colleghi del Club Taurino di Nimes che al qui scrivente capitò di affrontare il Momento de la verdad (alle prese con le corna di una incazzosa vaquilla, debitamente emboladas imperocchè lunghe e aguzze, non meno che minacciose).