…. le jour de gloire est arrivè … dopodichè la Marseillaise, l’inno nazionale français nato spontaneamente durante l’innovatrice Revolution, oggi si interrompe perché con ‘sto baloss del Coronavirus (una sorta di ghigliottina epidemica) è meglio stare schisci (o, se preferisce il gergo militare, allineati e coperti) ed evitare quei cori tanto spontaneamente nascenti nei rassemblements politici.
E’ infatti arrivato il 14 Juillet ma sugli Champs Elysèes di gente in parata se ne vedrà pochina, per colpa del mètre et demi (o giù di..lì…) di distanza che va rigorosamente osservato, insieme a quella mascherina che (sia pur pendente dalle orecchie), ti disturba allorquando, dopo la sfilata tanto cara al general De Gaulle, sorseggi, dalle parti di Place Pigalle, il canonico Pastis in un vociante bistrot (pensa tu che ‘sta parola – in russo, ‘svelto’ (alias ‘versa velocemente’…) -, l’hanno inventata i soldati dello Zar occupanti la capitale gallica, sfruculiati da quel Napoleon sovente presente sulle etichette del Cognac).
Un cordiale saluto ai francesi (forse troppo sottostimati, dagli spagnoli, con il non carino epiteto di gabachos, ma ci sono profonde motivazioni storiche a spiegare la vicenda), pertanto, con un ovvio merci per aver inventato la già citata, non meno che benemerita Revolution. Che fece accomodare due Stati (leggasi nobili & preti) per far dire la sua al Terzo (Stato), quella bourgeoisie che oggidì si ritrova assai allargata, e, forse perché il troppo stroppia, si vergogna (forse un po’ più del dovuto) per il suo status che (e non si fa riferimento ai danèe) avrebbe ancora qualcosa da dire.
P.S. Il suesposto peana al 14 Juillet è in parte dovuto al mio, abbastanza noto non meno che riverito, soprannome, Puli, in quanto l’inventrice (mon Poulain, pulcino), al secolo la zia – tante era più parisienne di Robespierre (che infatti nacque nel nord de la France, per la precisione ad Arras).
Salutations, le meilleures…. gpb
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