Se AZ fallirà tutti a piedi ahinoi si andrà ….

Sono ormai (e aggiungo un ahimè) vecchio. E mi ritrovo nella retta finale (e – pardòn madàm – mi ‘tocco’ imperocchè ‘non è vero’, ma, alla superstizione ‘ci credo’) di una vita dedicata al ‘Viaggiare e far viaggiare’, nel senso del Turismo.
Per la precisione dapprima – studente universitario – ‘ho fatto’ l’accompagnatore (più chic dire ‘tour leader’).
Poi per lungo tempo ‘ho fatto’ il Tour Operator.
Dopodichè, tanto per non farmi mancare nulla tra aerei, treni e natanti, ‘ho fatto’ anche il giornalista (e tuttora lo sono, con tutte le mie annuali tessere & ‘patacchine’, italiana e spagnola, in regola…).
Tutto ‘quanto sopra’ (ah, aggiungovi 122 Paesi del mondo ‘visti’, e non solo ‘in transito’…) per chiarire che nel (dicunt gli spagnoli) ‘mundillo’ dei Viaggi  & Turismo ci ho bazzicato ‘da sempre’ (quanti anni? decine, il cortese lettore ha facoltà di ‘fare i conti’…).
E durante tutta ‘sta (lunga, v. sopra) milizia turistica, che cosa mi è regolarmente, non meno che periodicamente, accaduto, ho letto, sentito, discusso, se ne è parlato?
Ma del fallimento dell’Alitalia, parbleu!!!
Sempre la stessa menata… .
“L’Alitalia è messa male, qui…”, “L’Alitalia è messa male, là….”, “L’Alitalia è alla canna del gas… e bla bla bla….”.
Un leit motiv più costante di (dicevasi antan) una… cambiale…. .

Che palle…. (‘sta periodica vicenda del “Profondo Rosso AZ”).

Ma eccoci ai nostri giorni, anzi, a queste ore, e, taca banda!, “L’Alitalia è messa male, qui…”, “L’Alitalia è messa male, là….”, “L’Alitalia è alla canna del gas… e bla bla bla….” (e vai col lìssio….).
Oh bella, e umana curiosità: ma per quanti secoli… (ancora) andrà avanti ‘sta vicenda della AZ che (tanto regolarmente che peggio non si può) perde danèe, e vai con Pantalone che ripiana?
Epperò, adesso un po’ di serietà.
Nel senso che, se putacaso l’Alitalia fallisse, la storia del business aereo insegna che, nel giro di non più di 24 h 24 (quasi a mò di legge fisica….) sorgerebbe (ma in ‘sto caso non contraria…) una ‘forza uguale’, leggasi una o più Compagnie aeree, che (turisticamemte parlando si chiama ‘riprotezione’) riporterebbe a casa la gente ‘rimasta a terra’ dopodichè proseguirebbe con normali servizi (senza star lì, si spera, a menare il torrone su possibili futuri zompi economici…).
Tanto per capirci, se si parla di fallimenti flash (gli uni tiravano giù la clèr la sera, gli altri aprivano bottega il mattino dopo….), i meno giovani addetti ai lavori turistici ricorderanno che quanto sopra accadeva regolarmente in quel mitico (nel senso di ‘pratico’, ‘pane al pane’, business is business … e mica si può lavorare eternamente in perdita…) settore del trasporto aereo anglosassone.
(Perché, da sempre, il vero problema consiste nel “trovare quelli che volano”, non “quelli che fanno volare”….).