PRESENTATO A MILANO …. “AL MENI” (REMMIN/RIMINI, 18 e 19 GIUGNO)

Il continente romagnolo

Il continente romagnolo

Precettarmi anche alla sola presentazione di una manifestazione (non parliamo poi se mangereccia) prevista in Romagna/Emilia (scusomi per l’errore alfabetico ma al cuore non si comanda) è come invitare un’oca a bere (una prova? quando la Lina & il Vanni mi convocano a Predappio rispondo disciplinatamente, ancorchè apoliticamente, “Presente!”).

Eccomi pertanto al milanese mercato del Suffragio di via XXII marzo. Un posto che io, oltretutto residente da quelle parti, credevo tuttora funzionante come popolare punto di vendita di verze e costine per la cassoela (piatto a mio modesto avviso un filino barbaro, e non per niente lo inventarono i Longobardi) ed è invece divenuto ghiotto e ‘doppio’ punto di vendita gastronomico. Nell’ex mercato puoi infatti acquistare la materia prima –che a prima vista m’è sembrata buona- oppure degustarla on the spot, cucinata con altre sfiziose e curiose proposte (gustosi assai, prima del commiato, i caplett allo squaquerone con peverazze o poverazze dette anche arselle e financo vongole, tanto umili e minuscole quanto saporite).

Il Mercato con Cucina in corso XXII marzo a Milano, sede della presentazione di Al Mèni

Il Mercato con Cucina in corso XXII marzo a Milano, sede della presentazione di Al Mèni

Ai meriti di avermi accolto imberbe turista balneare (e a quei tempi… amarcord…. c’erano ancora i mosconi, altrove volgarmente detti pattìni e si andava a fare il bagno ‘al largo’, adesso –ma perché?- quei massicci e lignei natanti sono ahinoi scomparsi …) Remmin/Rimini può pertanto aggiungere quello di avermi fatto scoprire una nuova realtà palatale milanese.

E nel sullodato Mercato del Suffragio è avvenuto l’incontro della stampa turistica milanese con l’areopago del Turismo e gli artefici del saporito  –mica la suesposta cassoela– e mai troppo lodato magnèr romagnolo/emiliano (c’erano il sindaco di Remmin/Rimini, l’assessore regionale all’Agricoltura, vabbè non rumagnola ma pur sempre della a me cara Parma, la ‘capitalina’ –ma se si parla di Parmigiano viva anche quello delle Vacche Rosse ‘arzàn/reggiane’), nè potevano mancare i lìder massimi regionali di Slow Food e di Chef to Chef, e last ma ovviamente not least, anzi, un altro Massimo nel senso di Bottura).

Lugo, la Rocca

Lugo, la Rocca

Era infatti d’uopo che fosse data la massima conoscenza ad “Al Mèni” (le mani, traduzione per coloro ignoranti l’idioma di quella che il cesenate conte Rognoni chiamava la libera Repubblica di Romagna). Una manifestazione che, sia pur godereccia, contiene anche tanta cultura, amore per la vita e (a Milano ho imparato a –dover- parlare anche di danèe) turismo, quel business tremendamente produttivo del Belpaese che in Romagna tira alla grande da un secolo, o fors’anche più, senza mai uno stop, una pausa (e tantomeno senza star lì a menarla con aiuti & contributi: ti arrotoli le maniche e vai col lìssio …. i tempi della mucillagine docunt…).

Pertanto a Remmin/Rimini (nella foto di copertina un dettaglio del felliniano Grand Hotel), il 18 e il 19 giugno tutta la più importante (se si parla di gustoso  magnèr, mangiare) regione –se non del mondo- d’Europa (chi avesse dubbi provi ad andare a mangiare beninteso –con tutto il rispetto- in Bielorussia o Slovacchia….) esploderà (ça va dire solo gastronomicamente parlando) all’insegna di “Al Mèni”, le mani. I due organi prensili di chi ammannirà buone cose mangerecce (Massimo Bottura e 12 grandi chef romagnolo/emiliani, il Circo 8 e 1/2 dei sapori) e di chi, le mani, le batterà post degustazione (prima di trasferirsi a esibirsi nel canonico Lìssio eppoi a godersi una bella nuotata al levar del sole …. c’est la costa rumagnola, mon amour….).

Ah…. (superfluo, ma se proprio occorreva una garanzia, un nome che più artistico e rumagnòl doc non si può) “Al Mèni” sarà officiato nel piazzale Fellini (e ci siamo capiti).

Sorta di Caplett allo Squaquerone conditi con Poverazze o Peverazze o Arselle dette anche vongole....

Sorta di Caplett allo Squaquerone conditi con Poverazze o Peverazze o Arselle dette anche vongole….

p.s. oltre a sperare vivamente di non essere considerato “di parte”, chi scrive precisa anche che, al termine della presentazione, in una capiente borsa du San Patrignano (altro fiore all’occhiello di Remmin/Rimini & dintorni) erano inclusi due graditi doni targati Sant’Arcangelo (mai stati? corrervi, subito!, a visitare un magnifico mangano): biscotti di mais e arancio nonchè la Piè (piada, piadina etc. e attenti, perché a voler discettare sui tanti nomi di questo mangiare più vecchio del mondo si rischia di far tardi a “Al Mèni”)….