20° Tomo. JAMON – LAS VEGAS

Messico, Frida Kahlo… (in copertina: India, sexydivinità nel Khajuraho….)

JAMON
In spagnolo “Prosciutto” (si pronuncia “Hamòn”, così come Paella si dice, più o meno, “Paèglia” e non Paella, tout court, come dicono, invece, le sciurette che garantiscono di conoscerne le ricetta, avendola letta sui “Teli” – in emiliano, asciugamani – da spiaggia venduti sulle coste spagnole). Il Jamòn può essere di Cerdo/Maiale ‘normale’ (tipo quello italiano) e in tal caso lo chiamano “Serrano” (dalla Sierra/Montagna, ma quasi tutti sono ormai di pianura – e per di più ahinoi di ‘mangimico allevamento’ -). Eppoi c’è il Jamòn del Cerdo Iberico (il celeberrimo Pata Negra), coscia (sennò si chiamerebbe ‘Paleta’) di un Cerdo detto appunto ‘iberico’ (detto per capirci, una via di mezzo tra maiale e cinghiale….). Qualunque sia, in Spagna il Jamòn va (rigorosamente)  cortado/tagliato a coltello, mica per niente i tradizionalisti sospirano che …. “Da quando hanno inventato l’affettatrice e Intima di Karinzia, il jamòn non sa più di jamòn e ….” (Commento, se si vuole, Purcaciùn ma poetico….)!

JUVENTUS.
Dal latino Gioventù, ma la chiamano Vecchia Signora, secondo alcuni è anche Figlia di Mignotta, secondo altri se non riesce a vincere le partite le compra (v. HH). 
Ahhhhh ….“Se stringo la mano a un milanista corro subito a lavarmela … Se stringo la mano a uno juventino guardo subito se c’è ancora la mano” … (avv. Peppino Prisco, mitico e storico ‘vicepresi’ dell’Inter….).

“LA BUGIARDA”.
A Torino vai dal giornalaio, gli dici “la bugiarda” e lui ti dà La Stampa.

“LA CAPANNA DELLO ZIO TOM” (1)
Romanzo antischiavista di Harriet Beecher Stowe (1852). Da cui si evince che è passato tanto tempo, se non che nella piana di Gioia Tauro i “neri”* ivi accampati (vedi “La Capanna dello Zio Tom (2)” ) stanno (molto) peggio di quelli di Via col Vento ….

Tartaruga ‘Leather’ in Malesia

“LA CAPANNA DELLO ZIO TOM” (2)
Preso atto di quanto riportato nella “Capanna dello Zio Tom (1)”, edizione italo/calabrese, sorge spontanea una domanda: è meglio continuare a chiamarli ‘Neri’ (anche perché c’è già, e ‘lo dicon tutti’, una degnissima ‘razza Gialla’ così come ci sono gli altrettanto degni “Pellerossa” salgariani, vedi pure la squadra di Football yankee chiamata Redskins) epperò pagare, i Neri, di più  (nonché dotarli di sistemazioni civili nel senso di umane)? …. oppure …. (ma fa tanto chic, e progressista, nonché politically correct, chiamarli ‘Afroamericani’ ) continuare a lasciarli nella merda in cui vivono (“Condizioni disumane dei braccianti nella piana di Gioia Tauro, una vera vergogna!!!”)??? mah …

“LA CIGALE ET LA FOURMI”
“La cicala e la formica”. Magnifica favola di Jean de la Fontaine. (Versione riveduta e corretta: nel gelido inverno la formica è salutata dalla cicala che, invitata da amici, sta partendo da Parigi per svernare ai tropici, e incazzatissima le dice: “per favore, sulla strada dell’aeroporto, fermati al cimitero Père Lachaise e arrivata sulla tomba di La Fontaine digli da parte mia che andasse affanculo”…. ).

“LA CINA E’ VICINA”
L’ha scritto Emanuelli nel1957 (e ne ha fatto un film Bellocchio). E da allora la Cina si è ulteriormente avvicinata (anzi è già qui). Meglio quindi sapere cos’ha detto il saggio Confucio (che in Cina è sempre andato bene a tutti… Mandarini e Maoisti, ivi compreso Den Xiao Ping..). “L’amore eterno dura tre mesi”. “Niente è più noto di ciò che è nascosto”. “Non conta che il gatto sia nero o rosso, l’importante è che acchiappi il topo”.

“LA CONCHA DE LA LORA”
Tradotto (tra noi) vuol dire “La figa della puttana straniera”, una esclamazione, tuttora in uso nel cono sud dell’America meridionale (Argentina, Uruguay, Chile), in “Lunfardo”, uno slang/argot sorto tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo (la mitica epoca del Tango) sulle sponde del Rio de la Plata (Buenos Aires e Montevideo).

“LA CUCINA E’ ORMAI UN GENERE COME IL CRIME PER LA FICTION”.
Sarà così (anche perché l’ha detto il Corriere del 15/6/16) epperò non si capisce perché, quando qualche sedicente esperto di cucina (ma a volte può anche trattarsi di uno valido scrivano) ti racconta cosa ammanniscono in quel ristorante non precisa mai quanto costa quel piatto, a cranio. 

“LA FATAL NOVARA”.
E il Carducci si fermò lì, ma quante altre Novare seguirono … Custoza (con bis), Lissa, Adua, Caporetto, El Alamein (e ci aggiungerei pure Taranto e l’8 settembre)… ma va bene così, e ad ogni buon conto l’assenza di eroismo non sarà mica una malattia da mettersi a letto … (v.“Beato quel popolo…” e v. Novara). 

“LA GHE VA SU BELA”
Detto milanès descrivente serenità, solitamente più goduta dai pover crist poco (non molto) abbienti che da ricchi sciur (così  impegnati a contare i dividendi delle Montedison….).

“LA GUERRA CONTINUA”
Armistizio, 8 settembre 1943, e mezz’ora dopo la bellicosa precisazione si dileguarono tutti cagandosi addosso (Grido di battaglia: “Coraggio fioei, scapùma…”)…. .

“LA ILAHA ILLA ALLAH”
“Non c’è dio all’infuori di Allah” (Meglio dargli retta sennò s’incazzano e ti cucchi un’Intifada…).

LA LEPRE E IL CANE
Perché la lepre corre più veloce del cane? Perché la lepre corre per sé, il cane corre per il padrone … (Per la serie… “Pubblico & Privato”…).

Chi resisterbebe a queste resistenti?…

“LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI”
Ma non tutti sono uguali per la legge…. (e non si dice forse “Ciucco come la giustizia?”…).

“LA MARCHA REAL”.
Inno nazionale spagnolo, caso raro, non ha un testo. Il motivo: sembra che ogni re si divertisse a cambiarne le parole. Le conseguenze: non è vero che (come sembra, prima delle partite di calcio della Spagna, al taca-banda) i tifosi non vogliano (o non sappiano) cantare l’inno. Più semplicemente, non possono. (“Marcha republicana”, el “Himno de Riego”).

“LA MARCIA REALE”
Inno nazionale (almeno lo fu) italiano (Luigi Corbetta, 1831), era bruttissimo (e anche quello spagnola…), ma non è che col mamelico inno repubblicano il Belpaese abbia migliorato  …. 

“LA MONARCHIA CI UNISCE, LA REPUBBLICA CI DIVIDE”
Francesco Crispi. E se per monarchia si riferiva ai Savoia sarebbe stato il caso che il Crispi bevesse meno….).

LANA CAPRINA
(In spagnolo ‘puñetas’, cazzatine). Indica inutili discussioni, argomenti “del menga”, tempo perso.

“LA NEGAZIONE DI DIO”
Così (il 17/7/1851)  il british Premier William Gladstone definì il borbonico Regno delle 2 Sicilie dopodichè (non sapendo dove andare a far casino) il Pep Garibaldi pensò bene di andare a conquistarlo (se non che, arrivato a Napoli, scoprì che la città era calma, e pare ovvio: il capo della Polizia borbonica, Liborio Romano, aveva affidato il controllo della città a Salvatore De Crescenzo, alias “Tore ‘e Crescienzo”, stimato boss dei boss della Camorra). Dopodichè ….

Quinoa (di gran moda)… dalle Ande agli Appennini…

LAPALISSIANO
Da Jacque Chabannes signore di La Palice: sembra che dicesse cose tremendamente ovvie, tipo “Prima di morire uno è ancora in vita”. (Lapalissiane le cacate che dicono giocatori e allenatori del balòn dopo partita …. e la gente, lì, alla tivù …. che sta a sentirli….).

“LA PATRIA E’ DOVE SI STA BENE”
L’ha detto Cicerone (‘Patria est ubicumque est bene’, nelle ‘Tuscolane’) poi l’ha ridetto il Manzoni nei ‘Promessi Sposi’ e infine l’han ripetuto vari socialisti a fine ‘800.Che palle!

“LA PROPRIETA’ E’ UN FURTO”
Attribuita a Karl Marx. Buon antidoto, la battuta messa in bocca (chiaramente dai borghesi reazionari, avrebbe detto Guareschi sul ‘Candido’) al comunista: “Quel che è mio è mio, quel che è tuo è mio”…. .

LA PUTA QUE TE PARIO’
Superflua la traduzione dallo spagnolo (pariò: partorì) ed ennesima dimostrazione che l’uomo nasce buono, e più che la “puta madre” (ma c’è anche qualche “madre puta” , v. “Jamòn Jamòn” di Bigas Luna) che lo “pariò” è la “puta vida” che pensa a rovinarlo (fino a farne un autentico “Hijo de puta” ….).

“LARGA VIDA AL REY!”.
‘Lunga vita al re!’. In Spagna è stranamente esclamato sia dai monarchici (sembra ovvio) sia (più stranamente) dai repubblicani (!). E una spiegazione, c’è. Secondo quest’ultimi, ogni nuovo Borbone è peggiore di quello precedente, imperocchè, meglio tenersi quello che c’è adesso … 

LAS VEGAS
La “Città del Piacere”, un posto da vedere perché unico, aiuta a capire le testa umana, dagli Yankees è soprannominato “Lost Wages” (Stipendi persi). Da vedere (il Nevada, un posto davvero interessante….).