ABC DEL TURISMO …. ricordi e (forse disinvolti) pensieri (& amarcord) dopo qualche decina d’anni in giro per il mondo (nella foto di copertina: goffo torero in India, nella foto in basso: sete -di Lambrusco- dalle parti di Reggio Emilia ….) …

Sono stato anche nel Reggiano (nella foto, Lambrusco...)....

Sono stato anche nel Reggiano (nella foto, Lambrusco…)….

A Alitalia, compagnia aerea italiana che avrebbe avuto tutte le chances (Roma & l’Italia mète agognate del turismo mondiale, posizione geografica, storia & tradizioni del Paese, i ricchi tempi del ‘miracolo economico’) per primeggiare del mondo. E invece, dapprima costituì uno dei più squallidi esempi del Parastato (dopo qualche manager capace, per professionalità ed esperienza, subentrarono “capataz” messi su dalla politica) dopodichè la ex compagnia di bandiera’ è finita in mano agli sceicchi che però (nemmeno loro…) sembrano più così entusiasti dell’investimento (evidentemente l’aria di Roma non fa bene al business, meglio, robb de matt, il Qatar e/o Bahrein….). Davvero un peccato. E vabbè. P.S. In una scherzosa lista di acronimi delle compagnie aeree in giro anni fa nel “mundillo” del turismo, Alitalia significava: Always Late In Takeoff Always Late In Arrival …. (e Sas: Sex After Service; la belga Sabena: Such A Bloody Experience Never Again; l’egiziana UAA: Use Another Airline … etc etc).

 

B Benedizioni Papali. Qualche non addetto ai lavori potrebbe chiedersi che cacchio c’entrano col Turismo e invece ecco la spiegazione. Quantomeno ai tempi in cui chi scrive accompagnava i viaggi (adesso, non so) transitare per Roma alla guida di un gruppo di turisti (wonderful se Yankees, il dollaro valeva un Perù) permetteva di tirar su parecchie lire. Venivano infatti vendute le Benedizioni Papali e alla bisogna provvedevano i portieri degli alberghi mentre il tour leader, detto anche accompagnatore si cuccava la sua bella percentuale, a quei tempi nota anche come provvigione.

Semper alègher ... ai Caraibi ....

Semper alègher … ai Caraibi ….

In breve, si trattava di pergamene (dal costo ovviamente rapportato alle dimensioni, tipo l’eduardiano “Tanto Pagazio Quanto Pittazio”) nelle quali si apponeva (compito solitamente spettante al venditore, il già lodato portiere dell’albergo ospitante il gruppo, ma nulla ostava che la pergamena fosse venduta ‘in bianco’) il nome del futuro beneficiario, il tutto precedente una scritta in cui si precisava che se il Sig. o la Sig.ra Blablabla fossero morti con quella pergamena a portata di mano sarebbero andati dritti in paradiso senza nemmeno pagare il dazio del Purgatorio (nei secoli scorsi vicende consimili erano anche note come Simonia, ancorchè -in ‘sto caso- della mutua, ma Tiremm Innanz ….). Va da sé che il massimo del Business lo ottenevi se il gruppo made in Usa  da te accompagnato era composto, in toto o in maggioranza, da cattolici, ma anche gli ebrei e i protestanti andavano benissimo (vuoi mettere che non avessero per vicino di casa qualche cattolico cui fare un pio regalo –e si parla di un “visto diretto” per il Top dell’Aldilà- al ritorno da un bel viaggio in Europa?).   

 

C Crociere, laddove, turisticamente (& culturalmente) parlando, si può tranquillamente affermare che “chi va in crociera non ‘fa turismo’ nel senso che durante gli scali “non si vede un cacchio” (durata del sightseeing tour condizionata dall’operativo della nave, ritardi in partenza del bus, traffico, e soprattutto i troppo lunghi tempi nello shopping “suggerito” dalla guida –imperocchè, come dicono a Genova, “ci ha la sua convenienza”…-). In compenso  a bordo (soprattutto se riesci a scoparti una delle pochissime crocieriste “single” viaggiando infatti quasi tutte accoppiate….) ti diverti (sempre che ti piacciano gli interessanti Giochi & Quiz sul Ponte Piscina rallegrati dallo Staff guidato dal Capo Commissario, che nel frattempo –deificato dall’immagine derivatagli dal Potere e oltretutto reso più fascinante dalla divisa- si scopa una delle già pochissime –vedi sopra- crocieriste ‘disponibili’, proprio quella su cui tu avevi messo gli occhi….).     

 

(Non sembra il Parco de Doñana e infatti ...) Gastronomia ecuadoriana...

(Non sembra il Parco de Doñana e infatti …) Gastronomia ecuadoriana…

D Doñana Parco Nazionale, in Andalusia (tra Siviglia e Huelva, a Bollullos del Condado si svolta per Almonte, nel cui comune è compreso il Parco, alias Coto, Riserva della Biosfera). Non solo un posto in cui si apprendono tante vicende di Madrenatura ma pure un importante punto di riferimento turistico e del folklore andaluso. E’ situato sulla costa atlantica, alla foce del Guadalquivir, e sull’altra sponda (raggiunta navigando sul minuscolo buque Real Fernando) si ammira Sanlucar de Barrameda (storico porto colombiano, simpatici ristoranti dotati di ovvio buon pesce nel Bajo de Guia). Ma Almonte è soprattutto arcinota perché nelle vicine Marismas (paludi) del Guadalquivir a Pentecoste si svolge l’incredibile Romerìa (pellegrinaggio) del Rocìo, un’indimenticabile (un must, obbligo, andarvi) festa tutta andalusa laddove si fondono mirabilmente folklore, credenze, colori, tradizioni, religione, natura, canti, usanze, cultura etc. etc. etc (ripeto: “Andarvi!” e si capirà cos’è il Deep South della Spagna, nel senso di Andalusia ….).

 

E European Plan, nel gergo turistico/alberghiero il solo pernottamento senza (nemmeno) la prima colazione alias Breakfast (tradotto letteralmente dall’inglese il Rompi Digiuno), dopodichè ci sono: il Continental Plan (includente il citato Breakfast, ma, attenzione, da precisare se ‘europeo’, caffelatte e poco altro, o ‘english’, con le celeberrime Eggs & Bacon e quant’altro); il Map, Modified American Plan che sarebbe la Mezza Pensione; e infine l’AP alias la Pensione Completa.

 

F Forte dei Marmi (pardòn per la cafonata: si dice Il Forte), arriva l’estate, dai e dai, e alla fine della Fiera finiscono tutti lì, o almeno vorrebbero finirci (un viaggio intelligente a vedere il mondo? proprio no?….).

 

Una sposa uzbeka

Una sposa uzbeka

G Guide (alias quei professionisti che nelle località turistiche – dicevasi antan- fanno da “cicerone’). Avete mai notato che (nell’esercizio del loro operato) sono tutte (perfettamente) uguali, identiche (approccio, descrizioni, scontate battute banali raramente facenti sorridere  ….) in tutti i posti del mondo? Unica (ma rara) differenza, i tempi (pressochè sempre lunghissimi) in cui (ça va sans dire, e come dicesi a Genova “hanno la loro convenienza”) ti stoppano in un negozio ad ammirare tessuti e/o a odorare profumi, anche perchè lo shopping è (pure!) richiesto da qualche scellerata turista, nonostante la già corta durata della visita!
P.S. Ci sono poi le Guide. alias i  libri, e da  quel che mi risulta alcune non pubblicano nomi, cognomi & indirizzi di molti posti (che il turista amerebbe conoscere) se in precedenza non è stato loro corrisposto un certo importo (giusta l’italico slogan: “Tengo Famiglia”).
Altro P.S. … A proposito di altri tipi di guide, a Pompei, c’era (almeno un tempo, e garantisco perchè alla vicenda che si passa a narrare presenziò il qui scrivente) una sedicente (o fors’anche vera) guida, comunque “spurcaciuna”, che a fronte di una modesta mancia ti apriva le ante di un censurato (negli ultimi secoli … mentre ai romani, quelli antichi – non mi riferisco pertanto agli attuali romani ispirati da vaticaneggiati censure – mica venivano imposte certe pruderies) dipinto murale raffigurante quel baloss di Priapo dotato di un enorme pisello (che, raffigurato su una bilancia, “vale tanto oro quanto pesa”) ….

H Hostess quelle che volano sugli aerei (mentre quelle aeroportuali cosiddette “di terra” non hanno mai fregato niente a nessuno, belle o brutte che fossero…), voluttuoso oggetto del desiderio dei viaggiatori maschili (e qualcuno anche non, ma non entriamo in discorsi che è ormai di moda definire ‘politically s/correct’). Ti metti una divisa, vai su un aereo, slunghi un drink e d’amblè –fossi pure un cesso che in strada non ti nota nessuno- tutti ti vorrebbero scopare. “Colpa” del fascino della divisa, e dell’alta quota. Baby. Ad ogni buon conto, io, di hostess così brutte (e pure carampane) come quelle della fallita (forse per quello?) Twa non ne è più viste per tutto il resto della mia vita. P.S. Se qualche macho-lettore pensasse mai di potersi fare la più bella delle hostess apparse in volo, se lo scordi e punti alla “seconda”: la “prima” è (come da collaudatissimo) Ius Primae Noctis del comandante.  


Con amici in Antartide....

Macchè Kenya …. con amici in Antartide….

K Kenya una destinazione che, da quel che si dice, non va più di moda, e forse una ragione c’è. Nei (lontani) tempi in cui lo scrivente andava da quelle parti (accompagnando i ricchi sciur e sciurette milanès che al cinema avevano visto nel Safari il Clark Gable e la Martinelli e in cuor loro speravano di imitarli …) gli inquietanti (così erano fatti apparire, e invece vivevano di tranquilla pastorizia) guerrieri Masai e gli altrettanto tremendi leoni cacciati dal Clark si erano, già allora, alquanto ‘smaliziati’. I primi (i Masai) apparendo solo dopo lauta mancia e cambiando la selvaggiona divisa da lavoro alla scadenza di una sorte di orario sindacale, i secondi (ex fieri Re degli Animali) si mettevano ormai in posa come nemmeno una comparsa della Rai Tivù. Chissà adesso … da cui la possibilità che i turisti (che avrebbero voluto andare in Kenya) abbiano capito tutto ….

 

IIndia, mi piacerebbe andarci ma….”… commentano le ricche sciurette milanesi “m’han detto che c’è in giro troppa povertà….” eppertanto stanno a casa (Anzi, vanno al v. ‘Forte’). Invece, andarci …. (in India….).

L Londra, antan, per gli italiani, più che una capitale straniera da vedere, costituì una vera e propria Ossessione Turistica. Non parliamo, poi, quando, anni ’60, mercè il Miracolo Economico la Lira contava e la Sterlina un po’ meno. A Piccadilly Circus si parlava più romano o barese che cockney e chi scrive comprava al Westaway & Westaway quantitativi industriali di Twin Sets (di Lambswool, più raramente di Cashmere) per rivenderli (beninteso con un Mark Up di assolutamente ragionevole) alle signore della Novara-bene. Sembra, invece, che, adesso, per colpa della Sterlina Forte della Thatcher per andare, e Londra e ivi campare ancorchè modestamente, occorra andare in banca e fare un mutuo.

 

Truk (Micronesia) bambini giocano su un cannone giapponese...

Truk (Micronesia) bambini giocano su un cannone giapponese…

M Milano (nel senso di Miracolo a ….) è diventata (pure, e vorrà concordare il mio, ancrchè unico, cortese lettore indipendentemente da come la pensi politicamente….) una (bella) Realtà Turistica (e non solo per la Moda)!!! Ma come mai? Elementare, Watson: oltre ad aver reso presentabili (e facilmente visitabili) quei pochi (ma buoni) monumenti che hanno, i milanès a suo tempo pensarono bene di metter giù un sufficiente numero di linee di metrò, e a farle andare, non senza aver pensato che sarebbe stato turisticamente utile fare andare (anche) i tram. P.S. Ogni riferimento ad altre città del Belpaese sedicenti turistiche, è puramente voluto ….

 

N Nauru Vabbè che i mini Stati dell’Onu ci sarebbero anche San Marino, Andorra, il Liechtenstein e il Vaticano, ma Nauru oltre che davvero piccola (21,2 kmq, meno di 11.000 gli abitanti, ‘lo dice’ la mia “Bibbia viaggiatoria”, il Calendario Atlante De Agostini 2016) è pure un atollo nel Pacifico così tragicamente recondito, in mezzo a posti da me visitati (Tonga, Vanuatu, Fiji, Micronesia, Nuova Caledonia) …da non ricordarmi neppure se ci sono stato.

 

Vale mas el camino que la parada ... meglio il cammino che le soste (Cervantes)

“El camino es siempre mejor que la posada” … “Meglio il cammino che le soste” (anche Cervantes invita a girare il mondo …)

O Overbooking, alias accettare più gente di quanta un albergo (o un’aereo o un ristorante o una nave) ne possa recepire. Si fa (ancora, almeno negli alberghi) ma non si dice, e la faccenda non è poi così drammatica. (Chi scrive, durante un periodo trascorso a Londra per imparare l’English, verso le 20 andava sovente a salutare un amico, direttore d’albergo, che alla vista delle riservazioni confermate e degli arrivo, se la faceva sotto, salvo poi sistemarsi il tutto verso le 22 con qualche No Show –mancata apparizione del “riservato” nei termini prescritti- e cancellazione –tanto benedetta quanto gradita- di qualche cliente educato. Se poi, dopo le 22, l’Overbooking fosse accaduto –ancorchè raramente- per davvero, no problem, lo sfigato cliente sarebbe stato –come usasi dire-  “riprotetto” in qualche albergo vicino, guarda caso….). P.S. Quanto all’Overbooking sulle navi posso solo ricordare quando all’imbarco non c’erano più cabine in cui alloggiare i crocieristi alla partenza della cosiddetta “vacanza da sogno”: a quel punto, a un cenno del Capo Commissario, seguito da un suo ieratico commento, “Drink in Sala Barcellona”, i senza letto venivano accompagnati nel suddetto locale in cui veniva loro ammannita una bevanda solitamente di color paglierino, secondo me “miracolosa” imperocchè, trascorsi alcuni minuti –più raramente ore- appariva un marinaio accompagnante i neocrocieristi alla “miracolata” cabina (e non sono blasfemo: andò sempre così, mai una volta che gli sfigati turisti fossero finiti in pasto ai pescicani…). 

 

Miracolo? No: soltanto una bagnante che cammina sui sassi....

Miracolo? No: soltanto una bagnante che cammina sui sassi….

P Papua Nuova Guinea che (come destinazione turistica) sta rischiando di finire come il (v.) Kenya, nel senso che pure in (fa tanto Grande Viaggiatore scriverne solo le iniziali…) PNG gli ex selvaggioni si sono sgamati a tal livello che un bel giorno –giunto in uno degli altopiani più reconditi dell’isola- mi ritrovai di fronte un vecchio conoscente in quanto pi volte già visto e intervistato, appunto nello stand della PNG- in tante Fiere mondiali del Turismo, solo che –mentre nelle suddette manifestazioni lo ammiravo agghindato dentro un trucido abbigliamento selvaggiosissimo quasi generante terrore- l’amico Papua mi accolse nella sua elegante casa Old English Style vestito, sì, casual, ma con addosso indumenti che nemmeno il Primo Lord dell’Ammiragliato avrebbe potuto permettersi ….  

 

Q Qatar Ebbene lo confesso, sono stato in 116 Paesi/Stati del mondo (elencati dall’On) ma con il Qatar credo proprio di non averci mai avuto a che fare, anche perché in tutto quel casino dei (forse) troppi (cosiddetti) Emirati del Golfo è un filino difficile orientarsi (ad ogni buon conto, posso, al massimo, esservi transitato in occasione dello “scalo tecnico” di un volo (troppo poco per la mia classifica di globetrotter). So comunque che l’emirato può valere una visita non trattandosi solo di “una città e intorno il deserto” (in cifre: 11.627 kmq, più o meno l’Abruzzo, 2.216.880 gli abitanti). I danèe del petrolio (e adesso ne fanno tanti altri con i gas) sono stati infatti investiti nel turismo, vedi l’importante compagnia aerea e le tante strutture alberghiere (non solo deluxe) col risultato che, oltre all’appeal del mare e delle desertiche gite sul cammello, abbondano le attrazioni sportive (grande torneo di Tennis, Golf, Rallies nel deserto, teams di Calcio in ritiro, per non parlare dei Mondiali di Ciclismo, laddove, però, pedalare sotto il sole non sembra entusiasmare….).

 

R Russia, nel senso di destinazione turistica, sembra che continui a non interessare molto (eppure Pietrogrado poi Leningrado e adesso San Pietroburgo, è davvero bella, oltretutto in ogni periodo dell’anno … e non credo che il turista italiano non ci vada solo perché continua a cambiare nome….). A Mosca, invece (‘a onor del vero’ e salvati il Cremlino e il Bolscioi) che gran rottura di palle, tant’è che vale ancora quell’antica barzelletta sui Grandi Premi della Lotteria al Festival dell’”Unità”: 1° Premio: una settimana a Mosca; 2° Premio: due settimane a Mosca; 3° Premio, tre settimane a Mosca ….

 

Spagna ... ho radotto ciò che vi mangio ....

Spagna… ho pensato bene di tradurre quel che vi mangio (ay ay ay quel divino Jamòn … beninteso de pata negra)….

S Stampa beninteso Turistica, argomento delicato però da trattare affinchè il lettore, se utente di viaggi & turismo, sappia regolarsi. Premesso pertanto che, come tutti i mortali anche i giornalisti turistici, scrivendo “ci hanno” dicono a Genova “la loro convenienza” (dallo spumantino ai ricevimenti, al viaggio gratis, al viaggio gratis + danèe), al lettore e potenziale viaggiatore non resta che sceverare dove la convenienza ha prevalso sulla deontologia professionale. E qui “casca l’asino”, un bel busillis.       

 

T Turismo, nel senso di Ministero del Turismo (del Belpaese), quello che almeno una volta in primis, almeno nominalmente, era appunto chiamato del Turismo ancorchè (pure allora) non contasse un cacchio (non parliamo poi del suo ministro, regolarmente scelto, a mò di contentino e a fine arraffa arraffa delle poltrone ministeriali, tra i più sfigati della corrente più sfigata della diccì), dopodichè non so bene com’è ridotto adesso, il Ministero, dopo che gli hanno messo davanti (pure) i Beni Culturali ( come se gli orari le date di apertura di Pompei o l’igiene dei cessi e le misure degli ombrelloni dei Bagni Mariuccia in quel di Rèmmin/Rimini o fossero un Bene Culturale, suvvia!). P.S. Alla luce di quanto sopra, mica per niente –se si parla di Turismo- nell’ultimo ventennio in una classifica mondiale di “Capacità & Produttività Turistica” l’Italia è scesa dal 1° (o forse 3°) posto al 4° (o al 6°, non ricordo bene …).

 

Apprendista Maharajà

Un improbabile (non meno che goffo) apprendista Maharajà

U Uzbekistan, “chi era costui?”, parafrasando don Abbondio, “Che Paese è, e dov’è?” si potrebbe domandare perplesso un aspirante globetrotter (ancor più smarrito, poi, se poco al corrente della proliferazione di Stati che seguì alla partenogenesi dell’Unione Sovietica). Non per vantarmi, ma fin dalla sua nascita (1991) sapevo ‘dov’era e cos’era l’Uzbekistan’, solo che fin quando non vi andai non realizzai che quel quasi remoto angolo di Asia (una volta e mezzo l’Italia, 20 milioni di abitanti) costituisce una più che valida mèta per un attento viaggiatore. E penso che più che tante reboanti descrizioni possano contare nomi e sostantivi che ci portano indietro nel tempo, nella storia, nella cultura: la Via della Seta, le moschee e altri eccellenti monumenti nelle città ricche di fascino (Khiva, la capitale Tashkent, la Bukhara dei tappeti, la mitica Samarcanda), l’Amu Darya (il fiume che tanto ci intrigò a scuola), e c’è financo la tomba di Al Korezmi, l’inventore degli oggidì onnipresenti algoritmi. 

 

V Viet Nam Se mai (ma non “tiro le quattro paghe per il lesso”…) dovessi dare “consigli per gli  acquisti” (ancorchè inascoltati per il semplice motivo che chi ha voglia di viaggiare non chiede –quasi- mai consigli a colui che nel mondo british è noto come Travel Consultant, bravo o scemo che sia, bensì fa tesoro di quanto gli contano la pettinatrice durante la messa in piega e/o il barista, la domenica all’aperitivo dopo la messa, freschi reduci da un colto Villaggio Vacanze …), se dovessi consigliare –dicevo- un posto, per  molti ‘nuovo’, e anche ‘diverso’, un salto nel Viet Nam lo farei (recenti vicende politiche a parte, una storia e cultura millenaria, bei paesaggi, profumo di una Francia coloniale che tuttora ha un suo fascino….).

Vale mas el camino (vedi sopra, foto Cervantes....)

“El Camino (in questo caso, maiuscolo, quello di Santiago) es siempre mejor que la posada” … (vedi sopra, foto Cervantes….)

Z Zloty, l’unità monetaria in Polonia, il Paese forse più godereccio tra quelli felicemente (almeno secondo loro) baciati dal cosiddetto Socialismo Reale fiorente nell’Urss e protetti dalla allegra Cortina di Ferro (1945 – 1989). N.B. Era godereccia, in quanto Tzigana, pure l’Ungheria (laddove, però, badando più al sodo le principesse della Csarda erano meno romantiche delle chopiniane polacche), dopodichè molto meno allegra, anzi tristarella, era invece la allora Cecoslovacchia (poi ‘sdoppiatasi’) terra dei più “duri & puri”, e pure un po’ più ottusi, sudditi dell’Impero Sovietico (ai quali –come disse Breznev- era, sì, concessa “Sovranità” epperò “Limitata”). Ma tornando alla Polonia, datosi che le polacche erano disponibili assai a ricevere effusioni (non parliamo poi se incentivate da un regalino, tipo un paio di calze di nylon e una cena al Krokodyl, il ristorante più chic di Varsavia, pertanto, a quei tempi, assolutamente negato per meri motivi economici a un normale pover cristo polacco) e dato che all’Inter per ben 3 anni 3 consecutivi toccò di andare a giocare contro il Legia Varsavia, e dato, infine, che la valuta locale valeva un cazzo (al mercato nero davi 20 dollari e ti davano 3 etti e mezzo di Zloty eppertanto al Krokodyl  spendevi meno di pizza & birra a Milano) fu così che mai mi capitò di trasportare turisti più allupati che sportivi (per non raccontare che nell’ultima trasferta ne cuccai pure un paio della Juve: evidentemente il pisello tira più del tifo) come in occasione delle gite a Varsavia per vedere l’Inter contro il Legia ….

 

Morale della favola (rivolta a chi ‘sta lì a cà a contà su i danèe’): viaggiate, cara gent, viaggiate…