Nel Buen Retiro agostano di Ro Ferrarese (che mi godo da bravo Bastian Contrario grazie allo status di narratore di viaggi, in giro per il mondo quando gli altri stanno a casa, sennò mi ritroverei pur io a nulla fare in un bar di montagna o a sentire stoltezze da spiaggia sotto un tragico ombrellone), meditavo da tempo un visita a “Smiling”, la scuola internazionale di Ferrara.

Caterina Azzini

Caterina Azzini

Me ne parlava infatti l’Umberto -alacre nipote del Nicola, Lìder Maximo della magione roense ospitante chi scrive- con un entusiasmo per certo assai superiore al dovuto (dello “Smiling” l’Umberto è manager) da cui una mia quasi certezza che stava descrivendo qualcosa di più della solita scuola di lingue di una cosiddetta ‘città di provincia’. Epiteto (quel ‘di provincia’) bofonchiato in Italia con un filino di snobismo metropolitano (forse, solo perché molte squadre pallonare provinciali sono in serie B, nella fattispecie la gloriosa Spal). Ma forse forse sarebbe il caso che i detrattori della provincia pensassero a come sono ridotte certe megalopoli italiche, vedi Napoli (che, beninteso con tutto il rispetto –mi piace ricordare da bravo bauscia milanès- l’ammiraglio Nelson definì “una città africana con un quartiere europeo”) per non parlare della spazzaturata Caput Mundi, il cui metrò sembra più una presa per il sedere che un trasporto pubblico.

Ma torniamo a Ferrara (città a me cara, tanta storia, arte & cultura financo nel magnifico club di tennis “Marfisa” laddove stanno ricordando Giorgio Bassani a cent’anni dalla nascita), e all’Umberto. Che finalmente, ritrovandosi in ferie (sia lavorative che sentimentali: l’è un bel fioeu, la sa contare su bene, eppertanto eccolo ovvio tombeur de femmes, e io lì come un pirla appetto alle belle bariste nei nostri blitz per spritz nei bar del delta padano) può farmi da Virgilio nella visita dello “Smiling”.

Magnifico soffitto di un'aula.

Magnifico soffitto di un’aula.

Laddove, alla faccia della data (mancano pochi dì a Ferragosto, ma Chi Fa non ha né orologio né calendario eppertanto si presenta con una mise più da azdora rumagnola che da manager dell’insegnamento) conosco Caterina Azzini (nèe Arlotti) creatrice –una ventina di anni fa- quindi fondatrice nonché (tra tanto inglese può starci un pochino di latino) Dea ex Machina dell’Istituto –ma mi sembra sempre più bella la parola Scuola- che istruisce ben più di 300 giovani (tra Infanzia, 90, Primaria, 120 e Secondaria, 150 – quest’ultima paritaria!-) quasi una mezza generazione di giovani, dai 2 anni e mezzo ai 18.
Un numero, quello degli allievi dello “Smiling”, che mi stupisce e intriga (e per caritàdi patria non faccio paragoni con la peraltro più piccola Novara, città della mia infanzia…) soprattutto in considerazione delle non enormi dimensioni di Ferrara (circa130.000 abitanti), dell’assenza di grosse città a breve distanza nonché degli (ovvi) costi dell’insegnamento (come usasi dire, ‘non regalato’, pare ovvio).
Da cui un sentito ‘bravo’ alle famiglie degli allievi, qualcuna delle quali dovrà per certo affrontare problemi economici per mandare a scuola il o (financo, mi dice Umberto) i rampolli, ma dimostra cultura rendendosi conto che, se si parla di insegnamento in generale, ma soprattutto di vera capacità nel conoscere e parlare le lingue, nel Belpaese se non siamo all’età della pietra poco ci manca.

Didascalica Scuola di Tiro per i + piccoli.....

Didascalica Scuola di Tiro per i + piccoli…..

Perché allo “Smilimg” vige, alias è strettamente obbligatorio parlare soltanto in inglese dopodichè  sono insegnate pure lo spagnolo (al saperlo il volto del qui scrivente si illuminò di immenso, e chissà che un giorno non canti “Granada” per i –in tal caso malcapitati- ragazzi dello “Smiling”) nonchè il russo.

Ma tutto (compresi i costi dell’istruzione dei propri figli) ha un spiegazione, tenuto conto che, se si parla di attenzione nell’alimentazione degli studenti, “Smiling” -mi commenta Caterina- è estremamente attenta alle scelte della cucina (quasi quasi mi scappa di citare il solito Feuerbach “L’uomo è ciò che mangia…”), che il rapporto tra staff e studenti è di 1 a 4, e infine che le due sedi dell’istituto eccellono nella strumentazione didascalica ma soprattutto nella bellezza architettonica (imparare in un ambiente lardellato di storia –wonderful la nuova sede in corso Porta Mare- fa sempre un certo effetto su una giovane mente).

Con Caterina Azzini si commenta, poi, il particolare entusiasmo –quindi maggior slancio e profitto- dei docenti stranieri neocittadini ferraresi: bella forza, oltre ad avere a una sola ora di treno Venezia, Bologna o Ravenna, si ritrovano in una città viva (alcuni arrivano dagli Emirati Arabi….) e inventiva (tra qualche giorno Festival dei Buskers, in provincia sagre e sane magnate … pensa agli entusiasmi yankee dopo aver tasted la salama da sugo e/o il somarino…).

I prof negli anni....

I prof negli anni….

“La cultura vera cresce e attecchisce profonda se nutrita da entusiasmo, curiosità e piacere”. Vorrei che fossero mie queste parole di chiusura sulla mia visita allo “Smiling”.
Le ha, invece, scritte Caterina Azzini in apertura del sito (smilingservice.it) della sua meritevole istituzione.
E a me non resta che condividere pienamente il suesposto enunciato. Cara gent: metteteci Entusiasmo, Curiosità e Piacere, e che bello ritrovarsi meno stupidi ….
E brava la “Smiling!” ….