Titolo (v. sopra) forse un filino misterioso per i non addetti ai lavori turistici.
Per questi ultimi, invece, cotanto misto di inglesismi, sigle e parentesi, altro non significa che la presentazione (con minicommenti incorporati) di ciò che (nel senso di stand, e altri marchingegni facenti rèclame di Paesi, compagnie aeree o di navigazione, enti e rappresentanze turistiche) ho avuto modo di ammirare alla Bit 2020 di Milano.

Vida alegre… nel Paraguay….
Una Bit – e non è stata l’impressione del solo qui scrivente… – sempre più (se non proprio) in crisi, quantomeno in (ulteriore) affanno. E non tanto (sia chiaro) per incapacità degli organizzatori (ci mancherebbe, anzi, un evviva alla loro bravura e pervicacia nel reperire, e convincere, i clienti, e quanto a info e servizi, chapeau), quanto per quell’antico detto greco Panta rei, tutto scorre, il mondo cambia, attestante, appunto, che le mode e i comportamenti variano.
Nel senso che… il Turismo “dei tempi della Bit” è ormai (praticamente) scomparso (una prece).
Sono finiti i rapporti umani, i rapporti professionale, il piacere (e vabbè, forse esagero, ma mica tanto…) del colloquio, della pacca sulle spalle, financo (ebbene sì, lo confesso, a costo di passare – come si dice nel vej Piemont – per un ciucatè) della bottiglia e di un paio di bicchieri, festeggianti la tua apparizione, che misteriosamente non meno che allegramente spuntavano nello stand visitato (opportunamente presidiato da pericolose incursioni, nel Turismo milanese di quegli anni imperversava la Banda della Tartina, agenti di viaggi istigati dalle mogliere a evitare pasti a casa razziando negli stand dei ‘Bit espositori’….). Ormai, quel che comanda, il nostro Persuasore Occulto, è il Uòtsàp, è Lui che mena i nostri nervosi ditini sul display, baby…. .

Nicaragua… colore e vulcani…
E hai un bel parlare di antiche usanze ormai scomparse, ormai non c’è più tempo, tutto va in fretta, si è finiti in quell’epoca in cui (giusta il Verbo di Andy Warhol) tutti saranno famosi per 15 minuti… .
Tanto per dire, è finita pure la canonica Ora dell’aperitivo, ormai, arrivato mezzogiorno, invece che con gli amici al bar ti ritrovi a navigare nel web. E vabbè.
Ad ogni buon conto il mio minimissmo compito di cronista ancorchè precario (ma forse forse in classifica non sono l’ultimo…) è stato svolto mediante visite e interessanti colloqui presso intriganti istituzioni turistiche e tour operators (non senza un verticistico colloquio con il mai fermo Vittorio Agostini, che, tra Idee & Viaggi continua a sfangarla in questo balosso mundillo del Turismo.
In giro, nella Bit, mi sono soffermato (e ringrazio, thanks ……per l’attenzione rivoltami….).
…… Alla “Rhatische Bahn” alias “Ferrovia Retica” alias il divertente (e istruente) “TRENO DEL BERNINA(express.ch)”, che è, svizzero (il cognome, Bernasconi, del rappresentante per l’Italia, poi…), ma parte dal Belpaese, più concretamente dalla a me cara Valtellina (Kunta Kinta alla lombarda, mio nonno paterno emigrò da Teglio nella pascoliana Romagna solatia….). Bei posti, a due passi da Milano (visti però da pochi, se si pensa ai tanti che preferiscono andar su una sedia a sdraio a prendere la tintarella…).
…. A ciciarare (verbo lombardo significante ‘parlare’, non difficile con chi parla romeno) con Xenia Sirghii, manager dell’Ufficio Turistico della MOLDOVA (o se si preferisce, Moldavia). Un giovane Paese (1991, ex Urss) tra Ucraina e Romania, capitale Chisinau, che la neoamica Xenia mi descrive con entusiasmo latino (forse la parte romena prevale su quella slava) non senza intrigarmi a proposito di ‘Mangiare’ (e la faccio ridere contandole su che, però, della vicina Transilvania, di polenta, alias Mamaliga, ne ho deglutita troppa).

Viaggiate, gente… viaggiate….
…. Dalla Moldova alla UCRAINA il passo è più lungo alla Bit (là c’è solo la linea d’aria del confine) e me la conta su Maria Yukhnovets (vabbè, nessuno è così perfetto al punto di chiamarsi Rossi…). Dopodichè, sarà che Maria è bella, sarà che l’Ucraina l’ho vista poco (solo un veloce sightseeing di Kiev, la capitale) ma un salto colà non lo disdegnerei (non parliamo, poi, se con Maria – come si diceva una volta – cicerona)… .
…. Incuriosito, allo stand di Mik-Avia LLC, vorrei saperne di più (ma temo di rompere le balle perché la mia aficiòn alla storia la farebbe lunga) su KALININGRAD, città enclave russa affacciata sul mar Baltico. Russia, pensi a Mosca e invece, davanti la Svezia, sei tra Polonia e Lituania, poco distanti le altre civilissime repubbliche baltiche. Resto pertanto con la curiosità relativa al Bonito Stroganina (bonito, una palamita, tonno, ma quello Stroganina….)….
…. Letto il nome di uno dei Paesi che più mi attraggono nella a me carissima ma, ay ay ay, assai distante, Latino America, il PARAGUAY, vorrei fiondarmi nello stand a tampinare il t.o. LC (che ha pure un ufficio nel Belpaese, per la cronaca a Vigonza, Pd). Ma, consultata una business card (per chi parla come mangia, biglietto da visita) preferisco non molestar (fermi tutti: in spagnolo vuole soltanto dire ‘disturbo’…) J. Beatriz Adorno ‘Gerente General’. Per ricordarmi il Paraguay mi basta canticchiare “En un barrio de Asunciòn….gente viene gente va….”. E poi passare a “La Galopera”…
per mondointasca.org
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