UNA GIORNATA DEI SANFERMINES (BREVE GUIDA PRATICA)
7 DE JULIO SAN FERMIN!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Agnostico…. credo solo in 3 santi: San Siro (Inter), Sangiovese e San Fermìn ….
A PAMPLONA PER I SANFERMINES DI HEMINGWAY
Siete de Julio San Fermìn! esclamano esultando, quasi un grido liberatorio, i Pamplonicas (chi prende parte ai festeggiamenti) al termine una filastrocca musicale cantata e strombazzata (molte peñas taurinas, i clubs degli aficionados alle corride dispongono di una loro banda musicale) nelle vie di Pamplona durante i Sanfermines, la Fiesta in onore del patrono San Fermìn.
Dal 6 al 14 luglio la capitale della Navarra -fino al ‘500 regno indipendente a cavallo dei Pirenei- si trasforma in una surreale concentrazione di gente proveniente da tutto il mondo, che mangia (un’enormità) e beve (un bacchico non stop), ride e canta, va a vedere le corride e altri spettacoli da Luna Park, sfida i tori correndogli davanti di primo mattino armata di un solo giornale arrotolato nella mano (secondo gli scaramantici porta fortuna, per i più concreti dà tranquillità e senso dell’equilibrio), e soprattutto non dorme. Per quest’ultima particolarità i Sanfermines non rappresentano soltanto uno dei più importanti appuntamenti dell’annata folkloristica di Spagna, ma costituiscono anche -per chi vi partecipa- una sorta di kermesse sportiva dalla quale si esce quantomeno stremati. Non per niente, come in una maratona, nei primi giorni della Fiesta i pamplonicas esibiscono vispezza e vitalità per ritrovarsi alla fine della Fiera (è proprio il caso di dirlo) affranti quando non inebetiti (e le strade trasudano vino e birra sfuggiti -si fa per dire- a chi le ha affollate per più giorni).
I Sanfermines contavano già qualche secolo di vita e nell’attuale boom del tempo libero non avrebbero avuto bisogno di aiuto per insediarsi nel calendario del turismo mondiale. All’importanza si è evidentemente aggiunta la fortuna (che fa sempre comodo) rispondente al nome di Ernest Hemingway. Il grande scrittore yankee, corrispondente da Parigi del Toronto Star, si recò per la prima volta ai Sanfermines -spronato da Gertrude Stein- nel 1923 (per tornarvi, fino allo scoppio della Guerra Civile spagnola, nel ’26, ’27, ’29 e ’31) e ne rimase entusiasta. Il fascino esercitato su Hemingway dalla Feria di Pamplona divenne un romanzo (1926) dal titolo The Sun also Rises (Il sole sorge ancora) in seguito, per ragioni editoriali, cambiato in Fiesta. Dal libro di successo al cinema il passo è breve, ed ecco Pamplona (la piazza del Castillo, la Plaza de Toros, il caffè Iruña) proiettata sugli schermi di tutto il mondo con la partecipazione di Tyrone Power, Ava Gardner, David Niven. Per dare un’idea di quanto Pamplona e i suoi Sanfermines dovettero a Hemingway basti pensare che -secondo un’indagine svolta nel ’54 in diversi Paesi dall’Ufficio del Turismo spagnolo- quasi il 9O% dei partecipanti alla grande kermesse si recava nella capitale navarra entusiasmato dalla lettura del suo romanzo o dalla visione del film. E queste ormai antiche public relations non demordono, continuano a dare i loro frutti: ogni anno, rispettando un appuntamento non meno tacito che immancabile, svedesi e americani, australiani e inglesi, giovani e chi pensa o spera di esserlo ancora, si ritrovano nel solito bar (prima o dopo una visita a una decina di altri) per una pacca sulle spalle, una caña (birra spillata) o un fino (vino di Jerez), una tertulia (chiacchierata), fino a chiedersi se quest’anno corri ancora l’encierro (toro dietro e pedalare) o hai ceduto alla dura legge dell’anagrafe.
Paragonare un soggiorno a Pamplona durante i Sanfermines a una prova sportiva, può sembrare a prima vista azzardato ma non lo è, soprattutto se si analizzano gli impegni della giornata di un pamplonica scanditi nel tempo. Sveglia alle 7 (sempre che si sia andati a dormire) per la conquista di un buon posto all’encierro (parte puntualmente alle 8 dalla Cuesta de Santo Domingo per concludersi dopo più di due minuti nella Plaza de Toros). Verso le 9 si sfolla dalla Plaza -dopo le spesso non eleganti esibizioni di improbabili matadores sfidanti le non innocue corna delle vacchette- e si punta verso il primo bar della giornata, ad affrontare una robusta prima colazione seguita da quattro passi con shopping al mercadillo (programma impossibile il 6 e il 7 luglio, con le mattinate impegnate dall’inaugurazione dei Sanfermines nella piazza della Casa Consistorial e dalla processione di San Fermìn).
Il tempo stringe, a mezzogiono si torna alla Plaza de Toros per l’Apartado (il sorteggio dei tori della corrida de la tarde): commentando le forme e la presentabilità dei tori ci scappa qualche Tio Pepe nonché alcuni pinchitos (spiedini alla griglia). Prima del pranzo va previsto almeno un paio di rimpatriate festeggiate con contestuale visita a qualche bar (c’è quello dove tradizionalmente vanno gli americani, al Txoco trovi gli scandinavi non di rado fatti). Alzatosi da tavola (generalmente non prima delle 16) al pamplonica si offre l’eccezionale (forse l’unica in 24 ore) opportunità di 2 ore di sonno. Ma non di più, perché alle 18.30 in punto (adesso i nuovi spagnoli sono sempre molto puntuali, ma una volta la corrida era l’unica avvenimento che iniziasse con puntualità), cominciano los toros seguiti (dalle 21, a oltranza) da almeno un paio di tertulias(commenti su tori e toreri testè visti) nei bar taurini. Verso mezzanotte si comincia la cena a rischio: nel senso che -se la compagnia è allegra e la sete aumenta- le ore di sonno diminuiscono a vista. Quando non scompaiono del tutto. A Pamplona, a festeggiare San Fermìn e a correr los toros(o soltanto per curiosità: ne vale comunque la pena).
BOX-SCHEDA TECNICA
Pamplona, circa 185.000 abitanti, è capitale della Comunità Autonoma (Foral) della Navarra: confina a nord con la Francia, a est con l’Aragona, a sud con la Rioja e a ovest con il Paese Basco. In Navarra si parlano il castigliano (prevalente a Pamplona e nel sud della regione) e il basco (a nord, verso i Pirenei). Buono il recente sviluppo industriale e ottima l’agricoltura (con industria conserviera: asparagi, peperoni, pomodori).
In automobile Pamplona dista 1.445 kilometri (tutta autostrada) da Ventimiglia, via Barcellona e Saragozza. Il kilometraggio è di poco inferiore percorrendo l’autostrada francese a nord dei Pirenei ed entrando in Spagna al passo di Roncisvalle. In aereo Pamplona è collegata con voli giornalieri di linea a Madrid e Barcellona.
Durante i Sanfermines gli alberghi di Pamplona sono autorizzati ad aumentare i prezzi da due a tre volte. Si risparmia andando a pernottare -dopo la visita a Pamplona- nelle non lontane città basche e della Rioja.
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PAMPLONA I SANFERMINES 2008
Cronaca in pillole dei primi 3 Encierros del 7 8 9 de Julio (miniguida per i futuri Pamplonicas)
per mondointasca.org del 17/7/08
Gli “Encierros” in pillole (miniguida per gli aspiranti “Pamplonicas”) … 7 de Julio, San Fermìn!!
Ahimè, non sono a Pamplona; vedo l’Encierro in tivù grazie alla Rtve spagnola, dalle 7.30 di oggi e fino al 14, collegamento quotidiano con la capitale Navarra, ma lo spirito “è là”, dove, anni fa, tentando di scansare una vacchetta caddi “di culo” da uno steccato e per la botta presa rimasi quasi un’ora senza voce.
1° Encierro – Alle 8 in punto il cohete/razzo annuncia l’uscita dei tori dal Corral del Gas : partiti (non prima dei 3 rituali Canticos/litanie alle 7.55, 7.57 e 7.59: “a San Fermin pedimos por ser nuestro patron non guie en el encierro dando nos su bendiciòn, viva San Fermin! Gora San Fermìn!”, dietro i tranquilli cabestros/buoi iniziano la corsa i tori della ganaderia/allevamento del Conde de la Corte); al termine degli 846 metri, la tivù emana il primo bollettino (stavolta non di guerra): solo un ferito per “asta de toro”, normali contusioni craniche e agli arti per altri otto ricoverati (tra cui un sudafricano e un californiano).
La corsa con i tori
Strade pulite nonostante il tremendo casino di ieri (vigilia di San Fermìn, quintali di immondizia, decine di migliaia di bottiglie vuote, libagioni al santo co-patrono della Navarra) ; gli addetti alle pulizie cominciano a lavorare alle 4, molti non vanno a dormire, non esistono festivi o non festivi, i Sanfermines sono un’unica Fiesta di 9 giorni, il 14 luglio si recita il “Pobre de mì” (e dopo pochi giorni parte il conto alla rovescia per il prossimo “7 de Julio San Fermìn!”); per la riuscita dell’Encierro lavorano quotidianamente 800 persone tra polizia, addetti alle Vallas (le assi delimitanti il percorso) sanità, via via fino ai Pastores (gli addetti al controllo dei tori) ; domattina 2° Encierro – Dopo una notte che si prevede freddina, ma non nei bar sulla Plaza del Castillo; tra gli oggetti smarriti ieri durante il Chupinazo, una dentiera …, alle 10 processione, la statua di San Fermìn gira per Pamplona.
8 de Julio…
Oggi toros di Cebada Gago di Medina Sidonia (Cadice); si temevano pericolosi (in 23 precedenti corse, 37 cornate) e invece si è avuto un Encierro “limpio”/pulito (vabbè, coi soliti 30/40 assistiti dalla Cruz Roja, il più grave con un puntazo/cornata superficiale “por asta de toro” al ginocchio, gli altri coi problemi che possono accadere a chi – anche senza tori intorno – corre scompostamente in mezzo a tanta altra gente, talvolta un filino incosciente, appena reduce da una notte certamente non analcolica oltre che quasi insonne). Come detto, Encierro “limpio” (“de libro”) e rapido, poco più di 2 minuti (appena partiti, i 5 toros negros e 1 càrdeno/grigio, sulla Cuesta de Santo Domingo filavano ai 30.6 kmh, a Mercaderes e a Estafeta ai 23,7 e nel finale alla Telefonica ai 21.2).
Finito l’Encierro tutti a sbafare l’almuerzo/desayuno dei Sanfermines (uova al prosciutto o stufato di toro, ovvio vino e per digerire un bel Pacharàn, liquore di prugnolo, mica male alle 9 del mattino) ; cosa non si fa per San Fermìn “el santo morenito” (ma non perché afro-americano, solo perché – accade a tutti i santi e madonne così definiti – secoli di fumo di candele accese intorno alla sua statua fanno somigliare a un negro anche un vikingo di Uppsala). Sempre ieri un toro dell’Encierro ha investito un ragazzo coreano, nome del toro: “Asiatico”; in tivù niente più spot pubblicitari (almeno nel Canal Internacional) degli asparagi e dei vini di Navarr
9 de Julio
Toros de Fuente Ymbro (Cadice), 5 negros e 1 castaño tra i 535 e i 630 chili, “cugini” dei Jandilla (commenta il “locutor”) quindi veloci e agili (quindi correranno davanti ai Cabestros). Infatti così è stato; Encierro quindi “emocionante” durato circa 4 minuti ; bollettino medico: 1 ferito “empitonado”/incornato nella pancia (un californiano di 22 anni, quest’anno i giovani californiani vanno giù come le mosche) e 3 traumi, cranici e non (tra loro un greco ventenne: da tempo finiscono all’ospedale più stranieri che spagnoli); “tutto esaurito” nei circa 2000 balconi lungo l’Encierro (c’è chi se li gode invitando amici e parenti, e chi li affitta, 75 euro a cranio).
Prima dell’Encierro la polizia municipale caccia chi ha scarpe non adatte, i ciucchi, veste impropriamente; la tivù intervista uno che si appresta a correre i toros con 4 punti di sutura in testa rimediati nell’Encierro di ieri; lunga fila per il Churro (impasto di acqua e farina affusolato e fritto, tipica prima colazione spagnola) alla storica (135 anni) Churreria Mañueta, di Paulina Fernandez, durante i Sanfermines vanno a dare una mano (e lavoreranno una tonnellata di farina in 9 giorni!) i figli di Paulina e i loro amici, professionisti, architetti, medici.
Un ‘mozo’ travolto dal toro
Alle 7.30 la famosa banda La Pamplonica suona già nelle strade (alle 18.30 allieterà la corrida); l’Hospital de Navarra ha misurato le pulsazioni di un corridore dell’Encierro (dal fisico integro e allenato): 108. 10 minuti prima del Cohete, 128, 8 minuti prima e 181, 2 minuti dopo la fine (ma i fisici meno “sportivi” possono arrivare a 200 e più).
Poteva mancare nel Messico la “pasiòn” per i Sanfermines (dove l’Encierro si chiama appunto Pamplonada)? No per certo! All’una di notte (fuso orario, meno 7 ore) a Città del Messico tanti i televisori accesi allo scoppio del Cohete anticipante l’Encierro. Perché la aficiòn taurina messicana è la seconda nel mondo (secondo leggenda la prima corrida nel Nuovo Mondo fu organizzata in onore di Hernan Cortès). E in Messico sono previsti ben 3 Pamplonadas: 1 a San Miguel de Allende, 2 nel Tlaxcala, lo stato che più taurino non si può (dicono da quelle parti che se alzi una pietra esce un toro); a Tlaxcala capitàl nel giorno di Todos los Santos e a Huamantla.
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PAMPLONA, IN DIRETTA (DA MILANO) IL PRIMO ”ENCIERRO”
Stante il non ancora avvenuto recupero delle forse spese a Pamplona nei Sanfermines dell’anno scorso vedo l’Encierro a Milano dalla tivù spagnola e lo commento con termini e dati (davvero) interessanti
per mondointasca.org del 15/7/10
IN DIRETTA (DA… MILANO) IL PRIMO “ENCIERRO” DEI SANFERMINES DI PAMPLONA….
La Feria di Pamplona o Sanfermines, descritta da Hemingway in Fiesta, inizia il 6 luglio alle 12 con lo sparo del Chupinazo (razzo) dall’Ayuntamiento (Comune) e termina a mezzanotte del 14. Il grande giorno è il 7, San Fermìn, con l’Encierro alle 8 (e così sarà ogni giorno della Feria) e la processione in onore del santo alle 10 …
Non ancora rientrato in possesso delle forze sacrificate in tre soli giorni di casino perpetrato lo scorso anno a Iruña (Pamplona in basco) resto nell’afa milanese e guardo il primo Encierro alla tivù (Rtve, canale 535 di Sky, per favore non innamoratevi della intervistatrice Elena perché vi ho già pensato io, e perdutamente). Ovvio però che ritenga doveroso, e ciò accade nelle righe che seguono, raccontare alla gentile aficiòn lettrice quanto visto davanti al video. L’Encierro, tutti sanno ma “repetita juvant”, è lacorsa dei tori (ai quali sono di solito affiancati i Cabestros buoi) dal Corral (recinto) in cui hanno pernottato alla Plaza de Toros. A Pamplona si va dalla Cuesta (salita) de Santo Domingo alla Plaza(proprietà della “Misericordia” che alla faccia del nome e visto il successo mondiale dei Sanfermines fattura ormai più di una multinazionale).
Tori in Tivù, un’emozione nuova
Ore 7.45 del 7 luglio. Come da tradizione la mia amica (beh, solo quattro chiacchiere – solito argomento la mia somiglianza con “Papi” Hemingway – durante una cena promo-turistica, ma provo a millantare anch’io amicizie potenti, lo fanno tutti) e Alcaldesa (sindaco) Yolanda Barcina ispeziona l’Encierro, meno di 900 metri affollati da ansiosi Corredores (oggi, primo giorno, gran casino, sono forse in 3500, giovani e pure molti non più giovani che però tentano di esserlo ancora o quantomeno ci provano, oltre a sperarci). Tutto è chiuso e sbarrato, negozi e portoni di case, le Vallas (barriere di legno) impediscono l’ingresso di intrusi che potrebbero rovinare l’Encierro, chi c’è c’è (ed è opportunamente esaminato: obbligo di “indumentaria adecuada”, quindi no gente vestita non sportivamente, no cose ingombranti in mano, né macchine fotografiche o quant’altro possa distrarre; è permesso solo un Periodico (giornale) che arrotolato e chiuso nel pugno di una mano dovrebbe – così assicura la tradizione – dare sicurezza e bilanciare nella corsa; di ciucchi nemmeno parlarne).
Cantici, preghiere e via la “cascata” di zoccoli ed umani
Come ovvio la stragrande maggioranza dei Pamplonicas veste rigorosamente di rosso (basco, Pañuelo -foulard o fazzoletto-, cintura o fascia) e bianco (camicia e pantaloni). Ore 7.55, sotto la Hornacina (nicchia) con statuetta di San Fermìn, sulla Cuesta de Santo Domingo, si intona il primo dei tre Canticos (preghiera) richiedenti (in Castellano-spagnolo e in Euskera-basco) la protezione del santo (“A San Fermìn pedimos – chiediamo – por ser nuestro patròn, nos guie en el Encierro, dandonos su bendiciòn”). Ore 8 in punto (un tempo, in Spagna, la puntualità era un concetto molto astratto e le uniche manifestazioni che cominciavano in orario erano le corride e le partite di Calcio) sparo del Cohete (razzo,Chupinazo il giorno prima a decretare l’inizio dei Sanfermines) toros della Ganaderìa (allevamento) Peñajara in libertà. Otto Pastores con lunghi bastoni sorvegliano la Manada (mini) mandria. E’ cominciato l’Encierro. Chi corre Saca (tira fuori) Adrenalina allo stato puro, osservato da emozionati sguardi e macchine fotografiche protese da superaffollati balconi e finestre lungo il percorso (un gran bel business il loro affitto per la breve durata dell’Encierro, negli 8 giorni della Feria i proprietari delle case tirano su quanto basta per una vacanza al mare).
Attenti alle “curve” dell’Encierro
Saliti per la Cuesta e girato a sinistra davanti all’Ayuntamiento, i Corredores seguiti dai Toros a loro volta seguiti dai Pastores procedono verso la brutta curva sulla destra che dà sulla celeberrima, leggendaria Calle Estafeta. Bisogna stare accorti assai, c’è rischio – nonostante la recente installazione di un Antedeslizante / anti scivolante, di sdrucciolare e andare a sbattere sul Portalòn: lì si formano sovente strani montoni di umani e bestie con conseguenze talvolta serie (un toro pesa tra i 5 e i 600 chili più corna appuntite, ma per fortuna è in molti casi più saggio di tanti Homo sapiens ed evita di infierire, rialzandosi e proseguendo per la sua strada).
La Calle Estafeta misura 300 metri, al termine dei quali si arriva all’edificio della Telefonica, leggera curva a sinistra, un altro centinaio di metri (sulla sinistra la statua di Hemingway, quante foto mi sono fatto scattare in sua compagnia) e si entra finalmente nella Plaza de Toros. Ma prima di finire nel rotondo spazio sabbioso della Arena si rischia ancora, e di grosso, nel Callejòn (androne) di ingresso che fa da tappo: perché i toros corrono secondo natura mentre gli umani cedono alle passioni e tendono eccessivamente a volersi superare, quando non fottersi l’un l’altro. E se su un mucchio di Corredores ci sbatte un toro, la marmellata è pronta.
Pochi istanti di sublime adrenalina
Ore 8.03, l’Encierro è già finito, è stato velocissimo (meno di 3 minuti, ma può anche durarne una decina perché il tempo è preso all’arrivo dell’ultimo Astado (cornupeta) ed è stato pure, ‘por fortuna’, non ‘peligroso’ e Limpio (pulito). Dopo che la Manada ha proseguito per iChiqueros (stalle) entrano nel Ruedo/arena le Vaquillas (vacchette) anche loro di razza Brava, quindi pericolosette ancorché con le cornaEmboladas (con una palla di ferro che le rende meno aguzze) a dispensar cornate a volte anche fastidiose ai (quasi) arditi Mozos (giovinotti) che scavalcano le Vallas (steccati) e si lanciano a sfidarle. Come da rito, poco dopo la fine dell’Encierro, la tivù fornisce il Parte (bollettino medico):Ningùn (nessun) ‘corneado’, solo contusioni e abrasioni (e tutti subito a commentare che l’assenza di drammi è dovuta al Capote, la cappa de San Fermìn). Finito l’Encierro, tutti a Desayunar (a mangiare) una bella prima colazione dopo tanta ciucca di una notte in bianco. Gli amici a Pamplona si fanno il magnifico Churro (acqua e farina fritta). Io, rimasto come un pirla a Milano, mi faccio un lugubre caffè con la Bialetti. Domani toros della ganaderìa andalusa di Cebada Gago. Un Encierro (commenta il locutor della tivù spagnola) peligroso.
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