a mio nipote Xavier (spero) aficionado nerazzurro (ohèi… io l’ho convertito… poi…) ….

Xavier (con l’avo, autore di questa lirica nerazzurra) al madrileño Bernabeu esultante per l’ovvio, ennesimo trionfo…
Ormai (e ahimè) attempato maschietto in “Spex” (come dicevasi, almeno antàn, in gergo militare, Servizio Permanente Effettivo, a cui, però, ho dovuto, e ribadisco ahimè, aggiungere la X nel senso di ‘Ex’…) non ricordo più bene (appunto, l’età) la piacevole intensità che provavasi in occasione di sexorgasmi giovanili (“E’ passato tanto tempo”, commenterebbe il grandissimo non meno che indimenticabile Rick/Bogart di “Casablanca”….).
Epperò, iersera, quando Maurito Icardi ha messo dentro il rigore facente vincere – anzi trionfare – l’Inter nel derby, beh, ebbene lo confesso, una certa godùria parasexy non nego che mi abbia pervaso (anzi, meglio parlare di freudiano orgasmo sadomaso datosi che lo score del match era sul 2 a 2 e per di più si era giunti – pure! – al 97°!).
Inter batte Milan (pertanto) 3 a 2, e non dirò di più (memento parcere subiectis et debellare superbos). Ma se si parla di superbia, nel senso di spocchia, di chi possiede i danèe, sembra che i cinesi del Milan A. C. siano ancor più poveri dei pochissimi sfigati cinesi poco abbienti commercianti nella milanese via Canonica.
Né si può parlare di superbia del Berlusca, obbligato dal perfido Fato ad andare fino in Terònia al matrimonio della – virgolette – “cognata” (ma tanto la Veronica Lario se ne frega avendo tirato su più danèe del Gullit…), dopodichè, già che c’era, l’ex presi rossonero s’è fatto – pure! – fotografare con in testa l’elmetto da pompiere (da cui si evince che L’elmo che fu di Scipio, adesso cinge la Capa del Silvio…. bella eh …).
Internazionale 3, Milan 2, dunque, e tante grazie a Sant’Ambrogio, nerazzurro più doc di Moratti (sennò l’Inter mica si sarebbe chiamata Ambrosiana quando ai fasisti poco piacque quell’Internazionale che sapeva poco di autarchico, tentando così di isolare quel mondo che il qui scrivente, nonchè ex Figlio della Lupa, andò poi, fortunatamente, a conoscere). Inter, la squadra che oltre al grande Istvan Nyers, schierò il da me indimenticato, altrettanto grande Nacka Skoglund (in svenska si pronuncia Schèg Lun con la O quasi U….), ma se è per questo, vai con la tiritera Sarti Burgnich Facchetti Bedìn Guarneri Picchi (e mica posso dimenicare il Jair…).
Grandissimo trionfo, dunque quello di iersera (eppoi dicunt che i nerazzurri son bauscia: si noti, per favore, la contenuta moderazione dell’entusiasmo….) il trionfale, freudianissimo (già detto) 3 a 2.
E soprattutto (in questo cosiddetto derby de la Madunìna) grandissima non meno che ennesima prova di bellissima “civiltà” ed educazione (mischiate il tutto e otterrete quella che potrei definire la “cultura” ancorchè popolare di una gente….), a San Siro. Perché (ahimè quanto costa ammetterlo, ma noblesse oblige….) “anche” quelli del Milan son stati “civili”, nel senso di “umani”. Laddove pertanto si evince che un possibile, eventuale, storico “scontro di civiltà” non va riscontrato nel trionfale derby di San Siro, bensì “altrove”. Ad esempio in un raffronto con certe Urbi laddove, ad esempio, a furia di portare la civiltà nel mondo (vicenda effettivamente avvenuta e universalmente riconosciuta) di civiltà non gliene è rimasta più a loro (se per civiltà si intende “anche” avere trasporti pubblici urbani non invidiati dal Terzo Mondo e, soprattutto, raccogliere la monnezza … senza parlare delle divisioni di Polizia, Carabinieri e Finanza schierate prima dei matches di pallone nel mussoliniano stadio …).

Apostolato Nerazzurro compiuto dall’autore di questa lirica in PNG Papua Nuova Guinea (forte presenza juventina stante una certa asssenza di cultura …)
Morale, dettata dal piacevolissimo dettaglio di vivere in una città dal futuro certamente roseo, (abbastanza) pulita, (abbastanza) ordinata, (abbastanza) sicura, nonché “colta”, eppertanto assai vivibile (da cui, mica per niente, tanto bel turismo incoming in crescendo).
Da cui si evince (categoricamente) che: chi volta el cu* a Milàn volta el cu° al pan…. (laddove, però: 1… se ben ricordo per cu° dovrebbe intendersi il collo e non altra parte, postinferiore, del corpo umano …. e, 2 … uso, ormai, abbastanza bene, quel luciferino marchingegno detto anche pc, ma non ho ancora imparato “come si scrive” la U con su i 2 “puntini”, detta anche U Lombarda nel senso di nerazzurra…).
N.B. Poema finale.“Chi per la Patria muor, vissuto è assai, ma chi per l’Inter vive non muore mai….” (proclamò il baùscissimo Tino Scotti in un antico film prevalentemente impregnato di cultura nerazzurra …. il problema è tradurre il tutto in mandarino ….).
P.S. La suesposta Lirica Nerazzurra (ma anche milanese) è dedicata al mè nivùd (mio nipote, per quegli incolti balossi – direbbe il mai troppo rimpianto Gianìn Brera – nati ahiloro sotto la Linea Gotica) Xavier che – come da foto – in occasione di una gita a Madrid per assistere a un grande non meno che ovvio trionfo interista, vestì, sì, la camiseta negra y azùl, ma ahilui non parmi ancora folgorato sulla Via di San Siro (beninteso sponda nerazzurra)….
x mondointasca.org
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