1976, STORIA DI UN TRIONFO …. L’Italia del tennis, Santiago e la coppa Davis
(Tennisofili di tutta Italia: leggetelo!)
“La prima volta” è bello, e oltretutto, se rimane “l’unica” è ancor più piacevole perché fonte di ricordi unici quindi più dolci. E’ il caso delle conquiste della Coppa Davis da parte del Tennis italiano, appunto soltanto una, figlia unica, nata, oltretutto, tra beffarde premesse di allargamento della famiglia. Laddove mi riferisco, nello spazio di pochi anni, a parecchi tentativi, tutti abortiti (pure nelle Finali, beffa suprema) di non lasciare in solitudine la cosiddetta Insalatiera (termine è assai improprio, che oltretutto non piace al grande tennisman Rino Tommasi) languente nei forzieri della Federazione Italiana Tennis.
Era pertanto ovvio, non meno che giusto, che la vittoria fosse ricordata, come accade regolarmente agli avvenimenti storici, anche se meno importanti perché sportivi. Ma quando fa comodo ai politici, guarda caso, lo Sport viene convenientemente rispolverato, vedi la grandeur sciorinata dalla Germania di Hitler alle Olimpiadi di Berlino ’36. E anche in occasione dello storico match di Santiago del Chile – oggetto di queste righe – la politica imperversò, secondo logica di quel tempo, tra comunisti e fascisti (ma, come asseriva Montanelli a proposito di Franco, anche il sanguinario generale Augusto Pinochet Duarte più che una camicia nera era un duro soldataccio considerante il suo Paese una caserma da tenere ben in ordine e disciplinata …)
Ma torniamo (evviva) al Tennis, e spiegare che tutto l’ambaradam sociopolitico di cui sopra fa da sfondo alla vicenda sportiva della conquista della Coppa Davis 1976 nella capitale del Chile. Spiegano il tutto (sciupando pure alcune pagine del libro nella descrizione delle imprese turistiche del qui scrivente, che oltretutto operò anche come scrivano tennistico di complemento) Lucio Biancatelli & Alessandro Nizegorodcew (è stato ‘più forte di me’, suggerire ad Alessandro – ormai, ahilui, romano de roma a pieno titolo – un innocente nom de plume sostituente quell’impossibile cognome pronunciato – mi ha precisato – in terre care al Dottor Zhivago). E quanto a Biancatelli pure lui (e vabbè) è romano de roma (n.b. queste righe sono state ispirate nella palazzina del bauscissimo TC Milano), ma resti ad ogni buon conto chiaro che il loro “1976, Storia di un trionfo” (Ultra Sport) costituisce un bel Amarcord per i tennisofili (massime, per chi ammira quell’uomo di Sport di nome Nicola Pietrangeli (pure lui romano, ma, anche nel Tennis, si sa, Nessuno è Perfetto…).
P.S. Sia pur modesto aficionado (oltre che antan peggior praticante, al novarese, mitico Unuci) oso dire la mia suggerendo agli interessati al TT, Tennis Turismo, di leggere il citato volume, anche soltanto “per saperne di più” sulla capitale del Chile. Temo infatti che – con quel che sta attualmente passando l’italico convento tennistico – Santiago potrà esser ammirata soltanto in cartolina. Se invece venissi felicemente smentito (ojalà! magari, dicunt gli spagnoli) dopo la gita alla Santiago americana suggerirei, per riconoscenza, una romerìa alla Santiago spagnola, de Compostela. Perché si sta parlando di miracoli.
per mondointasca.org
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