14 JUILLET … SALUT LES COPAINS ‘GABACHOS’ ….

Importante bi-premessa, nel senso che devo chiarire due vicende.
Uno. Scrivo ‘a braccio’ (più corretto dire ‘alla rinfusa’) imperocchè è tantissimo tutto quello  che mi viene in mente a proposito della Francia e dei Francesi, festeggianti il 14 Juillet alias la presa della Bastille e tutto quel rebellotto che seguì, detto anche Revolution, per la joie e i successi professionali di Monsieur Guillotin. E- breve inciso – a proposito del pio marchingegno inventato dal Guillotin, sarebbe poi così cattivaccio depositare, ma solo per qualche minuto, sulla lama inferiore della ghigliottina (beninteso senza far scendere quella superiore) la testa dei boss delle tante banche oggidì chiacchierate, in quanto non prestanti danèe a chi ne aveva bisogno, bensì donandoli ad libitum ad amici, amici di amici e compagnucci di partito??? Mah! Che bello, ad ogni buon conto, pensare a Monsieur Guillotin en tournèe a, ad esempio,Vicenza ed Arezzo… Ma come disse l’Amatore Sciesa, Tiremm Innanz…

Pied de Cochon…. Mito gastronomico alle Halles….

Due. Non “ce l’ho su” con i Francesi epperò temo, nelle righe che seguono, di lodarli oltremisura (ma se lo meritano), tanto per precisare che la Storia e la cultura della Republique sono, sì, ragguardevoli, epperò mediante i miei peana non me la sento di sacrificare un centimetro, che sia uno, della mia aficiòn per mì querida España. E tutti ben sanno (altro breve inciso) quanto soffrono gli ispanici e i filoispanici a parlar bene di quei Gabachos (così sono chiamati i Francesi nella Spagna Pirenaica) della Armèe napoleonica che, varcati i Pirenei, andarono a far danni mica d poco (ma per loro fortuna non erano ancora stati inventati i Crimini di Guerra… ), dopodichè (“chi la fa l’aspetti”) parecchi Grognards finirono maluccio. In una cantina della Castilla y Leòn, ricordo, mi mostrarono antiche botti in cui i soldati francesi presi prigionieri venivano immersi, beninteso, vivi…(e vabbè che ai francesi piace il vino, ma est modus in rebus… ). Tanti altri invasori agli ordini del Bonaparte (in Corsica era “Buonaparte” ma bien sur la France oblige.) venivano invece accoppati più tradizionalmente dalla Guerrilla, neologismo che entrò nei vocabolari prima di Resistenza….).

Nel descrivere un Paese, un pà di cultura non guasta mai

Dopodichè informo che so anche cantare tutta la Marseillaise, non perché me l’abbia insegnata la parigina zia Paulette (e a proposito di familiari dal nome gallico, ciao, mio amato Jean Paul, guardo in cielo e vedo che ci vedi, e ciao pure al di Lui poulain e ormai garçon Xavier).
Canto l’inno caro al GeneralDe Gaulle, dicevo, grazie all’importante dettaglio che in occasione del Quatorze Juillet noi vitelloni novaresi ci trasferivamo dalle balère del Lago Maggiore fin sulla Cotdàsur a (tentare di) scopare. Col risultato che salvo rari, e a volte incompleti, successi si tornava a casa soltanto ben informati su parole e musica della, appunto, Marseillaise, allonsanfàn…. E in più, da bravo Bastian Contrario avevo pure imparato quel meraviglioso canto che è Ça Ira, con quelle strofe (altro che lo “stai sereno” dei rivoluzionari del Pd) garantenti che i padroni del vapore, on les pendra, à la lanterne (te lo vedi, il Berlusca, appeso a un lampione? ma dai, su…). E beninteso si conosceva par coeur, a memoria, aussi la melodica Douce France (ammirandone l’autore Charles Trenet, ancorchè, se ben ricordo, fosse molto meno macho dell’Alain, nel senso di Delon – ma anche lui – talchè alla fine restavano l’agè Maurice Chevalier e quel Yves Montand che poi era maremmano…. lui si che sapeva cosa fare con la enigmatica Simone Signoret….).

Aaaahhhh l’Amour….à Paris….

Sto parlando dei miei 14 Luglio sulla mitica Cote d’Azur, ma ne ho trascorsi altri anche nel resto dell’Hexagone (per parafrasare il loro Paese gli Italiani usano le calzature, lo Stivale, i Francesi la geometria, mah). Tanto, nella notte della loro Festa Nazionale i Francesi ballano (fino all’alba) da tutte le parti. Perché, anche (se non soprattutto, loro, i Francesi) se sono pur essi oberati da quelle tragiche non meno che pedisseque leggi inventate e imposte dal corso Napoleone, almeno in Francia c’è qualcuno che, vabbè solo ogni tanto, le leggi le interpreta e viene al sodo. Mentre, ve lo immaginate, voi, nel Belpaese, lasciar ballare tutta notte il poppolo italiano, per di più in strada, e al buio? (laddove nelle tenebre è più facile commettere atti impuri, e a tale proposito, non senza precisare che pure la Francia ha avuto nell’800 un forte presenza bacchettona conservatrice, quantomeno oltralpe il verbo baiser – e la relativa pratica – non sono mai statì demonizzato come nel Belpaese…).

Langue d’Oc, quella d’Oil e c’è pure l’Occitan….

Tanto consigliati a non “peccare”, i machos italiani, che per vedere un (bel) paio di tette nude (mi contavano il mio babbo e mio zio, loro tra i primi partenti) dovevano zompare su treni speciali dell’Ond (il dopolavoro fasìsta) diretti a Parigi, nel senso degli strip teases ivi perpetrati (ohei, secondo alcuni pure integrali, e si parla di fine anni ’20…!) tipo gli shows della Venere Nera al secolo la yankee Josephine Baker.  

A’ Paris …Cimitero Père Lachaise, La Fontaine (La Cicala e la Formica, di cui alla fantastica storiella… a disposizione…)

Perché, oltre al fatto che a mio modesto parere la Citroen è molto più valida della Fiat (fosse solo perché non juventina) la France è sempre stata purcaciuna il giusto, vai a sapere il perché. Oppure, più probabilmente, nato in un vero ‘Stato nazionale’ sorto secoli e secoli fa (appetto a quello, quasi imberbe, l’italico, per questo detto un Ottocentesco Stato ‘romantico’) il pensiero laico, mutuato dalla borghesia della citata Rivoluzione, fece aggio sul clericalpensiero basato sul mica tanto allegro “ricordati che devi morire”. Col risultato che dalle nostre parti  (non parliamo poi nella Roma papalina) le Folies Bergères ce le potevamo soltanto sognare.
Ma giunti a questo preoccupante punto di serietà del discorso. e
datosi che “La bocca non è stracca se non sa un po’ di vacca….” vai coi fromages francesì. Così tanti, lamentava mon gèneral De Gaulle, da far pensare che, con tutti quei latticini in giro, un Paese non può che rivelarsi ingovernabile. E sul formaggio ci vorrebbe un bel rouge (che bella ciocca tirai su in Borgogna al matrimonio del Gianluca, mè amìs romano, con una bella jeune fille dell’ex Ducato, belle nozze ancorchè “miste”, lei chiaramente europea e lui ahilui romano ancorchè – talvolta c’è anche un limite al peggio…- non tifoso della Roma).

Arles, che eleganza (e ci sono pure le corride nella splendida Arènes….)

Ma, ça va sans dire, vabbè una bella ciocca di Cotes du Rhone, ma, en France, mica posso far le corna al divino Champagne. Eppertanto (ahimè, tanti anni fa, come diceva Rick/Bogey in Casablanca, “è passato tanto tempo”….) rccomi organizzare e beninteso accompagnare un gruppo di Sommeliers italici a Reims.
Laddove la notte precedente il ritorno, verso le 23,30 un cameriere bussò alla porta della mia camera nella quale (commentando con un laconico “Monsieur Krug vorrebbe porle quest’ultimo saluto”) introdusse una bella bottiglia, nel doveroso ghiaccio e con cristallina flute fianco al secchiello. E vai!
Aaaaahhh a Parigi, non date retta ai soliti pirla non meno che snob: continuate pure ad andare a mangiare alla Coupole e al Pied de Cochon (e se vi avanzano un po’ di danèe andate pure alla Tour d’Argent, cara al più bravo, e serio, e soprattutto onesto, dei critici mangerecci, e mi riferisco a Massimo Alberini).
I posti veri con, dicunt in Hispania, casta, non ti fregano mai ….
Qui giunti, da un vecchio hidalgo  Vive le 14 Juillet (dis donc, e ci aggiungo un parbleu….).

per mondointasca.org